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MAGIS Notizie Un futuro per giovani e donne vulnerabili in Centrafrica
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Un futuro per giovani e donne vulnerabili in Centrafrica

Giovani del Centre Catholique Universitaire (CCU) a Bangui, Repubblica Centrafricana

Sabrina Atturo, “per le precarietà economiche le famiglie non favoriscono gli studi delle ragazze, esposte a molti rischi, tra cui la violenza sessuale e lo sfruttamento”

La Repubblica Centrafricana (RCA), Paese tra i più poveri al mondo, vive tuttora una situazione estremamente fragile, fatta di instabilità e conflitti, con ampie zone del territorio controllate da gruppi armati. La popolazione, provata da una guerra civile che si protrae da oltre dieci anni, fa i conti ogni giorno con livelli elevati di crisi e privazioni, e una parte significativa dipende dagli aiuti umanitari. La sicurezza è precaria, con frequenti scontri fra gruppi armati e le forze armate nazionali, assistite dalla missione delle Nazioni Unite (MINUSCA). Anche recentemente vescovi di particolari zone del Paese hanno fatto sentire la loro voce a tutela delle popolazioni oppresse da violenze e povertà. Tra l’altro, il Centrafrica è tra i Paesi francofoni del Continente nei quali Parigi negli ultimi anni ha perso gradualmente la sua influenza a vantaggio della Russia. Intanto, il presidente Fosten-Arkange Touadera, al potere dal 2016, guarda alle presidenziali del prossimo dicembre in cui concorrerà per un terzo mandato, ma sempre in un quadro a dir poco turbolento per le azioni delle formazioni armate ribelli.

Delle tante precarietà che si vivono nel Paese è sintomo anche il “tragico incidente” di cui ha parlato il Papa ieri all’Angelus, l’esplosione per un guasto tecnico nel liceo “Barthélémy Boganda” della capitale Bangui, con 29 adolescenti morti e oltre 260 persone ferite nella calca.

In tale contesto, c’è chi s’impegna assiduamente per salvaguardare e dare un futuro a giovani e donne vulnerabili, proprio a Bangui. Da diversi anni la Fondazione Magis Ets è presente in Repubblica Centrafricana e, attraverso fondi ricevuti da donatori privati, collabora attivamente con il Centre Catholique Universitaire (CCU), gestito dai Gesuiti. È impegnata nella formazione integrale dei giovani studenti universitari e delle persone più vulnerabili che frequentano il CCU.

Il progetto sostenuto dalla Fondazione Magis, ora finanziato anche dalla Cei con i fondi dell’8xmille, si rivolge a giovani sfollati vittime di conflitti armati, studenti in situazioni difficili e donne vulnerabili. Per contribuire a migliorare le loro condizioni di vita, sostiene la formazione professionale e il reinserimento socio-economico di 150 giovani disoccupati, forma 300 donne per attività che diano reddito, e contribuisce allo sviluppo e pacificazione del Paese attraverso la formazione di 354 giovani peer educator e volontari di pace.

Il sistema educativo della Repubblica Centrafricana non è stato risparmiato dalle crisi: la maggior parte delle scuole è stata occupata da gruppi armati, le infrastrutture scolastiche sono state distrutte e gli arredi scolastici vandalizzati e utilizzati come legna da ardere. E ai numerosi problemi che i giovani devono affrontare, si aggiungono le grandi sfide dell’emancipazione femminile.

“A livello familiare, la natura patriarcale della società centrafricana è ancora dominata dalla tendenza delle ragazze e dei ragazzi in molte famiglie ad avere un accesso diseguale alla protezione e ai servizi sociali di base – spiega Sabrina Atturo, cooperante internazionale e referente del progetto per il Magis -. I genitori si preoccupano più dei ragazzi, ritenendo che le ragazze debbano gestire solo il focolare domestico. Le giovani sono quindi esposte a una serie di rischi, tra cui mancata istruzione, violenza sessuale e sfruttamento economico”.

Per quanto riguarda la situazione sanitaria, ancora più nelle zone di conflitto, “molti atti di barbarie sono stati perpetrati contro le donne. Molte di loro sono state vittime di violenza, in particolare sessuale, con conseguenze disastrose come traumi, gravidanze, alti tassi di natalità, infezione da HIV, stigmatizzazione delle vittime e dei bambini nati da stupri e ripudio della casa coniugale”, sottolinea Atturo.

E se molte situazioni familiari, come detto, “sono sfavorevoli allo studio delle ragazze e delle studentesse”, che “sono abbandonate dai genitori” mentre altre “subiscono molte pressioni da parte delle famiglie (matrimonio forzato, prostituzione, ecc.)”, “l’impatto negativo dei conflitti si fa sentire anche sulla situazione economica delle donne – rileva ancora la referente del progetto Magis -. Il tasso di povertà delle donne è dell’81%”. In termini di occupazione e attività economiche, “le donne svolgono la maggior parte delle loro attività nell’agricoltura, nell’allevamento, nella pesca e nella sicurezza alimentare, ma a causa della mancanza di strumenti moderni i raccolti sono bassi e il reddito insufficiente a ridurre l’insicurezza alimentare e la malnutrizione”. “Spesso abbandonate a sé stesse, ricorrono alla prostituzione per trovare quanto basta per mangiare e prendersi cura dei figli”, aggiunge Sabrina Atturo.

Sulla validità del lavoro che si porta avanti al CCU, incoraggianti sono le testimonianze di numerosi ragazzi e ragazze. “L’essere Leader ha avuto un impatto positivo su di me e sugli altri – dice uno di loro -: mi ha permesso di essere più responsabile, di avere una vita spirituale che mi aiuta molto nella vita di tutti i giorni. Ha permesso ai giovani di non vergognarsi delle loro origini ma di esserne fieri e mostrarle, condividere le danze, usi e costumi tradizionali con gli altri della capitale. Ci ha consentito di stare insieme anche se appartenenti a religioni diverse, ci ha dato un metodo di studio e lavoro, come esprimersi in pubblico”.

Racconta un altro dei frequentatori con disabilità: “il CCU mi ha edificato, sono una nuova persona più sicura di me, non ho più paura di mostrare la mia infermità, ho accettato il Vieni e vedi e la mia vita è cambiata. Ora sento che mi vogliono bene, sono capace di un confronto sano con gli altri e ho degli amici, non mi nascondo più. Il Centro ci permette di essere migliori e poter cambiare la RCA iniziando da me stesso, dal mio gruppo di amici, dal quartiere”.

Ancora un’altra testimonianza: “ho ricevuto una formazione di qualità e ho affrontato tematiche che non conoscevo, ho iniziato a rispettarmi e a farmi rispettare dagli altri, senza la violenza. Ci siamo abituati a ragionare, a fare proiezioni per il nostro Paese. Mi ha aiutato a sviluppare capacità di analisi e avere un impatto positivo sulla società. Ho acquisito sicurezza nel parlare ed esprimermi in pubblico, il coraggio di proseguire i miei studi fino in fondo nonostante le difficoltà economiche”.

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Progetto cofinanziato con i fondi 8xmille della Chiesa Cattolica

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