Gesuiti
Fondazione Magis ets
Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
27 giugno 2021

Ciad, il laboratorio per indagini sierologiche e tamponi, studi e ricerche sul Covid-19 e la malaria, principale causa di morte

MAGIS Dicono di noi Ciad, il laboratorio per indagini sierologiche e tamponi, studi e ricerche sul Covid-19 e la malaria, principale causa di morte

Un laboratorio di analisi biomediche utilizzato come strumento di lotta al Covid-19 e, insieme, come centro di ricerca e monitoraggio per le malattie tropicali - come la malaria, la tubercolosi, l’AIDS-HIV, le epatiti, la Chikungunya - che continuano a mietere vittime. È questo il nuovo progetto avviato all’Ospedale universitario Le Bon Samaritain, situato nella capitale, N’Djamena, grazie alla Fondazione Magis, ONG dei gesuiti, con il finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e con la stretta collaborazione della task force del Ministero della Sanità Pubblica ciadiano, dell’Università statale e di varie strutture sanitarie. Il progetto. Dotato di moderne attrezzature, il laboratorio è in grado di realizzare indagini sierologiche e tamponi in tempi brevi: effettua studi e ricerche sul Covid-19 ma anche su altre gravi malattie come la malaria, che costituisce il 50% delle patologie più diffuse nel Paese e, come in molti Paese dell’Africa subsahariana, è la principale causa di morte. Oltre alla costruzione del laboratorio specializzato, Fondazione Magis ha ampliato il progetto dedicato all’Ospedale con l’allestimento di un’unità di terapia sub intensiva (con quattro letti), attrezzature elettromedicali, la ristrutturazione di spazi adibiti alla formazione (sale universitarie e alloggi per gli studenti) e il supporto ai Centri nutrizionali infantili. Fondamentale è la formazione del personale sanitario locale: 90 professionisti tra medici, biologi, tecnici di laboratorio e infermieri, più 450 studenti universitari in Medicina. La pandemia in Ciad. La prima ondata della pandemia da Covid-19, a marzo 2020, è stata drammatica, con i pochi ospedali pubblici totalmente impreparati a gestire l’epidemia. La seconda ondata, iniziata nel gennaio 2021, è stata più controllata grazie a un numero maggiore di biologi capaci di diagnosticare la malattia. “I Paesi ricchi del mondo – commenta il presidente di Fondazione Magis, Ambrogio Bongiovanni - devono capire che l’emergenza sanitaria che si sta vivendo per il Covid è una situazione cronica in altri Paesi del mondo dove il diritto alla salute di base è negato a causa di povertà, guerra, sfruttamento e insensibilità internazionale. Il progetto del nostro laboratorio Ciad è un segno concreto di come sia possibile ridurre le distanze. Operiamo quindi ogni giorno affinché il diritto fondamentale alla salute di qualità per tutti diventi una priorità dell’agenda politica di ogni Stato, in accordo con il terzo obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile approvata dalle Nazioni Unite”. Solo tre medici ogni 10mila abitanti. Secondo l’OMS 23 dovrebbe essere il numero di medici e infermieri disponibili ogni 10mila abitanti. In Ciad sono solo tre, sempre ogni 10mila abitanti: su una popolazione di oltre 16 milioni di persone, si contano 5mila infermieri e solo 700 medici. Conclude il prof. Colizzi: “Come tutto il mondo, ora l’Africa è di fronte alla sfida dei vaccini, che stanno arrivando con il contagocce. Il principio della salute globale che il Covid-19 ci ha fatto scoprire potrebbe portare a una maggiore consapevolezza che queste pandemie sono debellabili purché siano gestite con il medesimo spirito universale, proprio come è stato fatto con l’AIDS e l’ebola”.

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