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Dare del tu all’Europa

La lettera del card. Zuppi e di mons. Crociata in occasione della giornata dell’Europa del 9 maggio ricorda che difendere l’Europa significa difendere i suoi valori fondativi

È una vera e propria confessione di amore, la lettera che il cardinale Matteo Maria Zuppi e il presidente della Cei Mariano Crociata hanno voluto scrivere all’Unione europea. Con un testo congiunto, in occasione della giornata che la celebra, hanno voluto ricordare il valore di questa istituzione che abbraccia 27 Paesi e 450 milioni di abitanti. Immaginando di scrivere una missiva non ad una istituzione ma ad una persona reale, utilizzando lo strumento di un inedito genere letterario, hanno dato del “tu” all’Europa. Il desiderio che entrambi hanno esplicitamente espresso, è che essa si rafforzi e diventi sempre più ciò che già è. Per spiegare la sua importanza, nella lettera viene ricordato come, prima di arrivare alla sua unità, siano state combattute per secoli delle guerre sanguinose e devastanti nelle quali hanno perso la vita milioni di persone. Zuppi e Crociata fanno appunto presente come l’Unione europea sia significativamente nata dalla Seconda guerra mondiale e da quel male assoluto toccato con la Shoah e la bomba atomica. L’occasione della lettera è stata propizia anche per ripercorrere la sua storia – concepita nel 1951 e rafforzata con i trattati di Roma nel 1957 e quello di Maastricht nel 1992 –, e i grandi politici che l’hanno voluta: il francese Robert Schuman, il tedesco Konrad Adenauer e l’italiano Alcide De Gasperi.

L’accento, nella missiva, è messo sul senso dello stare insieme, sulla necessità di una visione di futuro che sia condivisa, sul destino che è oramai comune. Il timore paventato, infatti, è che si spenga lo spirito degli inizi e l’Europa cada vittima della burocratizzazione o ceda alla tentazione dell’isolazionismo. L’appello comune, invece, e a riprendere in mano lo spirito ed il progetto dei padri fondatori. L’obiettivo rimane quello di costruire nuovi patti di pace capaci di scongiurare la guerra e le sue divisioni. Sullo sfondo della lettera, infatti, è presente, inevitabilmente, lo spettro del conflitto in Ucraina. Con forza viene appunto ribadito come, se non si ha cura della pace, si rischi sempre la guerra. È un’Europa con l’anima, ed un’anima cristiana, quella che auspicano Zuppi e Crociata. Tradotto, questo appello significa che il continente europeo deve dimostrare attenzione ai poveri, ai migranti e alla lotta contro le varie ingiustizie. Al riguardo, viene ricordato come il volto dell’Europa sia stato definito dai valori cristiani, e come la fede cristiana abbia svolto un ruolo determinante nella sua nascita, perché è esattamente dal suo sentire che è emerso il disegno originario dell’Unione.

Crociata e Zuppi ricordano infine le parole di Papa Francesco a Budapest nel 2023: “In questo frangente storico l’Europa è fondamentale. Perché essa, grazie alla sua storia, rappresenta la memoria dell’umanità ed è perciò chiamata a interpretare il ruolo che le corrisponde: quello di unire i distanti”. Ciò a cui più di ogni altra cosa sprona la Lettera dei due prelati, è il sano orgoglio di essere parte partecipe di un nuovo umanesimo europeo.

di Paolo Trianni

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