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MAGIS Notizie Emergenza profughi dal Sudan: dal Ciad una richiesta di aiuto
Ciad,

Emergenza profughi dal Sudan: dal Ciad una richiesta di aiuto

Fabio Mussi è un missionario laico del Pime che dal vicariato apostolico di Mongo ha inviato una richiesta di aiuto per fare fronte a una nuova emergenza: l’ondata di profughi proveniente dal Sudan. Il suo appello è giunto anche alla fondazione Magis che è presente nel vicariato di Mongo con i progetti di realizzazione di pozzi e orti in sostegno a padre Franco Martellozzo.

Scrive Mussi: “La situazione è abbastanza tragica e va al di là delle nostre forze. Per questo motivo stiamo contattando tutte quelle realtà con le quali stiamo condividendo il nostro cammino, per domandare una collaborazione e un sostegno speciale per affrontare correttamente questa nuova tragedia”. A dare maggior peso alle sue parole la lettera che accompana l’appello scritta dal vescovo di Mongo, monsignor Philippe Abbo Chene.

Dalla metà di aprile 2023, in Sudan è in corso un drammatico scontro armato tra fazioni rivali, comandate da due generali che si contendono da anni il potere. Questa guerra sta provocando la fuga massiccia della popolazione verso i paesi limitrofi, in particolare verso il Ciad. Attualmente qui sono arrivate oltre 30.000 persone. E l’afflusso continua al ritmo di 5.000 persone a settimana. È presumibile che la migrazione si intensifichi ancora e non vedrà battute di arresto fino a quando gli scontri non cesseranno. I dati raccolti da UNHCR in continuo aggiornamento mostrano l’aumento improvviso ed esponenziale della migrazione a partire dalla metà di aprile 2023.

Il vicariato apostolico di Mongo è situato all’Est del Ciad su una superficie di 540.000 km², e con oltre mille km di confine con il Sudan. Sta partecipando alla prima accoglienza di tutte queste persone che hanno dovuto abbandonare tutto. Le autorità amministrative del Ciad, coadiuvate dalle organizzazioni delle Nazioni Unite per i rifugiati, e da diverse ONG umanitarie, hanno già avviato una prima accoglienza, che però resta insufficiente e incompleta per l’estensione del territorio da seguire e per le difficili condizioni ambientali e climatiche della regione.

L’appello di Mussi si conclude sottolineando l’urgenza di intervenire: “è necessaria una certa urgenza nella risposta operativa a questa situazione, per due ragioni principali: la stagione delle piogge è ormai alle porte e le strade in terra battuta diventano subito impraticabili; la zona in cui opereremo è una delle più difficili da raggiungere e pochi organismi hanno dato la disponibilità ad intervenire, malgrado la presenza massiccia di rifugiati”.

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