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Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Notizie Giovani del Centrafrica, artefici del loro futuro
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Giovani del Centrafrica, artefici del loro futuro

Riportiamo di seguito l’articolo di Giada Aquilino apparso sul sito Vatican News e su L’Osservatore Romano.

Nel Paese africano, i progetti della Fondazione Magis sono dedicati alla formazione integrale degli studenti universitari e delle persone più vulnerabili, in particolare ragazze. Sabrina Atturo: tra povertà e insicurezze, i giovani sognano una vita «libera e senza paura», puntando sullo studio e sull’«autodeterminazione economica»

Una vita «libera e senza paura» in cui si possa essere «artefici del proprio futuro», puntando su «formazione» e «autodeterminazione economica». È il sogno dei giovani centrafricani al cui fianco da tempo è impegnata la Fondazione Magis, opera missionaria della provincia euro-mediterranea dei gesuiti, che a Bangui collabora con il Centro cattolico universitario. Il progetto, supportato da donazioni e finanziato anche dalla Cei con i fondi dell’8xmille, è dedicato alla formazione integrale dei giovani studenti universitari e delle persone più vulnerabili, in particolare ragazze. «Il Magis è impegnato da oltre cinque anni in favore dei giovani della Repubblica Centrafricana e prima lo è stato, insieme al Jesuit refugee service, anche con i profughi, durante gli scontri tra il 2013 e il 2015, in particolare nella zona di Bambari, portando avanti sempre uno sforzo per la ricostruzione della società civile» ricorda Sabrina Atturo, cooperante internazionale della realtà dei gesuiti e responsabile del progetto nel Paese africano.

Il riferimento è al conflitto scoppiato nel 2013, con sanguinosi scontri tra milizie Seleka e gruppi anti-Balaka che innescarono un ciclo di violenza placato solo in parte da un accordo di pace siglato nel 2019: la Repubblica Centrafricana vive tuttora una situazione estremamente fragile, fatta di instabilità e insicurezza, in un momento di crescente tensione in vista delle elezioni comunali di agosto e di quelle legislative e presidenziali di dicembre, col presidente Faustin Archange Touadéra in cerca di un terzo mandato, consentito dalla nuova Costituzione approvata nel 2023 con un referendum boicottato dai principali partiti di opposizione e da numerose organizzazioni della società civile.

Zone controllate da gruppi armati

«Adesso c’è un periodo di stallo, non ci sono grandi scontri, anche se in ampie zone del territorio sono presenti i gruppi armati», spiega Atturo, riferendo al contempo di un «controllo generalizzato» da parte della Minusca, la missione delle Nazioni Unite e delle forze armate centrafricane, a cui si aggiunge «il gruppo paramilitare Wagner, che per primo si è insediato» nel Paese nel quadro di una presenza russa che, spiega, si è poi consolidata con «accordi» politici, economici, commerciali, culturali: «A Bangui – ricorda la cooperante – c’è un intero quartiere che si chiama “Cité Moscou”».

Eppure «all’interno del Paese i giovani hanno paura di restare nei villaggi anche perché lontano dalla capitale molto spesso si è preda degli attacchi dei gruppi ribelli, che saccheggiano, perpetuano violenze, soprattutto contro le donne». Quindi chi studia, converge giocoforza verso Bangui, anche perché in Centrafrica «esiste solo una università che si trova appunto nella capitale».

Studio, sviluppo e pacificazione

«Arrivano giovani da tutto il Paese, alcuni di loro hanno delle difficoltà economiche: Bangui è diventata una città cara all’interno di una nazione molto povera, che si trova al terzultimo posto nell’Indice di sviluppo umano dell’Onu. Questi ragazzi hanno quindi bisogno di un supporto», osserva Atturo parlando di una realtà «in cui oltre la metà della popolazione vive con meno di dollaro al giorno». Per questo la Fondazione Magis è impegnata nel rafforzamento della formazione, coinvolgendo «800 giovani ogni anno». Il Centro cattolico universitario, prosegue, «ha una grande biblioteca di oltre 3.500 volumi, delle sale di studio, una connessione internet, affinché i giovani possano studiare, concentrarsi e condividere con i coetanei il percorso scolastico. Il progetto del Magis – spiega – mette a disposizione anche dei corsi specifici di formazione professionale, ad esempio di informatica, di meccanica, per l’utilizzo dell’energia solare, di taglio e cucito». Si cerca inoltre di realizzare degli accordi con le aziende, per realizzare degli stage e favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, promuovendo al contempo una «formazione alla leadership, con l’idea di potenziare le competenze dei giovani per far sì che possano loro stessi diventare promotori di cooperative e associazioni».

La Fondazione Magis contribuisce pure «allo sviluppo e alla pacificazione» del Paese attraverso la formazione di oltre 350 giovani per essere educatori e volontari di pace, raccogliendo l’invito a resistere davanti alle difficoltà lanciato loro da Papa Francesco nel corso del suo viaggio del 2015. «Si creano gruppi di dialogo e riconciliazione, di rilettura del conflitto, anche per dar vita a realtà interconfessionali e interreligiose che guardino alla pace come unico volano per costruire una nuova Repubblica Centrafricana».

Le ragazze più vulnerabili

Papa Leone XIV all’Angelus di domenica scorsa ha assicurato la sua preghiera per la comunità del liceo Barthélémy Boganda di Bangui, in lutto per la morte di almeno 20 persone a seguito della recente esplosione di un trasformatore elettrico, mentre erano in corso gli esami di maturità, e della calca che si è generata tra i presenti. Nel Paese «il sistema formativo continua peraltro ad essere fragile, molte scuole durante il periodo della ribellione sono state saccheggiate o distrutte e ancora adesso – testimonia la cooperante del Magis – sono luoghi occupati dai ribelli. Le ragazze inoltre sono comunque sempre rimaste un po’ al margine dell’educazione: le famiglie, con pochi mezzi di sussistenza, danno precedenza all’educazione dei figli maschi. Alcune sono vittime di abusi e sfruttamento». In una tale realtà diventa ancora più cruciale, allora, il percorso di «accompagnamento» che il Magis porta avanti affinché ogni ragazza «diventi completamente indipendente, puntando su attività generatrici di reddito».

Vai all’articolo e ascolta l’intervista con Sabrina Atturo

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