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MAGIS Diritti fondamentali La crisi economica e sociale sta mettendo a dura prova lo Sri Lanka. Il Centro Ecologia e Giustizia, invita a pensare soluzioni di lungo termine
Sri Lanka,

La crisi economica e sociale sta mettendo a dura prova lo Sri Lanka. Il Centro Ecologia e Giustizia, invita a pensare soluzioni di lungo termine

Lo Sri Lanka si trova nel mezzo di una delle peggiori crisi economiche degli ultimi decenni, nemmeno dopo la guerra civile durata 26 anni il paese è stato così pesantemente messo a dura prova sia a livello sociale sia sotto l’aspetto produttivo.

Il paese ha implementato un sistema finanziario debole e la pandemia dovuta al Covid-19 ha ulteriormente colpito la vitale industria del turismo, che rappresenta il 5% del PIL dello Sri Lanka. L’economia è stata decimata innescando una crisi monetaria che ha interrotto le importazioni di carburante e dei beni di prima necessità e causando un’impennata dei prezzi degli alimenti. A causa delle violente proteste contro la prolungata crisi economica, per la seconda volta, è stato imposto lo stato di emergenza annunciando il coprifuoco fino a mercoledì. Inoltre nelle ultime ore è giunta la notizia delle dimissioni del Primo Ministro Mahinda Rajapaksa. Molti negozi hanno chiuso tra cui le panetterie e altri negozi alimentari. Mancano molti beni di prima necessità, il gas da cucina e scarseggiano latte e medicine. Le scuole, che avevano annullato gli esami per gli studenti a causa della mancanza di carta e inchiostro, hanno chiuso.

Quotidianamente gli automobilisti si mettono in fila alle pompe di benzina dall’alba, aspettano per ore l’apertura dei distributori, sperano di essere tra i fortunati a fare rifornimento, alcuni lasciano lattine e bombole per tenersi il posto in coda, mentre aspettano il loro turno all’ombra.

Le famiglie stanno facendo fatica a dare un piatto di riso in bianco ai loro figli; anche il riso sta diventando scarso, così gli adulti hanno iniziato a ridurre il consumo di cibo, due pasti invece di tre.

L’emergenza sempre più profonda sta toccando quasi ogni aspetto della vita quotidiana in Sri Lanka.

Nella parte settentrionale dello Sri Lanka, il Centro per l’Ecologia e la Giustizia sta cercando di far fronte a questa situazione, al fine di mitigare i tagli di corrente sono state acquistate batterie UPS (gruppo di continuità) per garantire un minimo di autonomia elettrica. È stata pianificata una formazione sull’ecologia integrale e i cambiamenti climatici per gli insegnanti della scuola materna, ma a causa della carenza di carburante diventa difficile far spostare le insegnanti. Continua la distribuzione di piantine con compost organico per gli orti domiciliari, ed i centri di cucito – energia permettendo – stanno lavorando per la produzione di sacchetti e borse di stoffa da distribuire nelle parrocchie e nelle scuole. Lo staff del Centro Ecologia e Giustizia visita regolarmente i villaggi, la gente li riconosce ed è grata per l’aiuto. Queste famiglie si stanno allontanando da una modalità di dipendenza, facendo un passaggio graduale a una situazione in cui sono loro stesse a trovare la soluzione ai problemi. In Sri Lanka, la gente non dovrebbe morire di fame, la natura è molto generosa e nell’ottica di un’economia circolare potrebbero utilizzare e ri-utilizzare quello che hanno a disposizione.

Negli ultimi mesi, il Centro Ecologia e Giustizia ha creato un prototipo di telaio/zanzariera fatta con rete metallica e rami di palma da mettere alle finestre per proteggere le famiglie a basso reddito dalle zanzare portatrici di dengue e malaria. Stanno anche studiando un modo per creare un generatore di elettricità alimentato dal vento, un prototipo a bassa tecnologia che potrebbe essere facilmente assemblato dalle famiglie stesse. È fondamentale puntare a soluzioni a lungo termine per una sostenibilità e indipendenza futura, e oggi, più che mai, è il momento di sostenere la popolazione delle Sri Lanka in questo processo.

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