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MAGIS Notizie Le parole del processo sinodale: Missione
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Le parole del processo sinodale: Missione

La missione come impegno cardine della comunione sinodale

Tra le tre parole chiave del Sinodo – comunione, partecipazione, missione – quest’ultima sembra essere quella più amata da papa Francesco. Essa è risuonata sia il 9 ottobre 2021, quando Francesco ha introdotto l’inizio delle riflessioni del Sinodo, sia nell’omelia del giorno successivo, durante la celebrazione eucaristica che lo ha aperto ufficialmente.
Già la sua prima esortazione, comunque, Evangelii gaudium, si era rivelata essenzialmente missionaria. In essa, muovendo dal principio già espresso dal Vaticano II che la Chiesa è per sua natura missionaria, Bergoglio aveva promosso un’idea nuova e più ampia di missione, nella quale è chiamato ad impegnarsi ogni singolo cristiano (cf. EG 119). Nel testo esortava la Chiesa ad una vera e propria svolta missionaria, indirizzata anche a quelle nazioni occidentali che si stanno scristianizzando. Fare missione oggi, infatti, significa saper attuare una pastorale innovativa e flessibile, capace di occuparsi delle questioni più diverse. La missiologia di Francesco, ad esempio, è nuova perché dà spazio all’interculturalità, ai diritti umani, alle povertà antiche e nuove, alla pace, all’immigrazione, all’ecologia e al dialogo interreligioso. Nella sua predicazione missionaria trovano spazio tutti questi temi, e quanto sia centrale la missione nel pontificato di Francesco, lo si comprende anche alla luce della costituzione apostolica Praedicate evangelium, dove il Dicastero per l’Evangelizzazione (cf. 53-68) è significativamente anteposto a quello della Dottrina della Fede (cf. 69-78).
Alla luce di quanto detto e fatto, non c’è dubbio che Bergoglio verrà ricordato come un papa missionario. Il processo sinodale attuale da lui voluto, conferma pienamente la complementarietà tra sinodalità e missione. La sinodalità, infatti, è una missione per la Chiesa, e una Chiesa autenticamente sinodale non può non essere missionaria, perché Sinodo è sinonimo di universalità e comunione. Papa Francesco è stato assai esplicito e chiaro, ad esempio, quando ha messo in guardia sui tre principali impedimenti che possono fare da ostacolo a questo processo sinodale-missionario: il “formalismo”, l’“intellettualismo” e l’“immobilismo”. A ben vedere, questi tre impedimenti si possono parimenti considerare delle cause dirette del secolarismo attuale. Incitando ad una Chiesa maggiormente sinodale e missionaria, pertanto, Bergoglio indica anche una rotta per invertire la tendenza alla crescente disaffezione religiosa delle società contemporanee. Ciò che serve, secondo il pontefice, è il cambiamento. Il papa considera ispiratrici le parole di Congar: «Non bisogna fare un’altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa» (Vera e falsa riforma nella Chiesa, Milano 1994, 193). La Chiesa missionaria che egli vuole è una Chiesa diversa, proprio perché in uscita, in ascolto, in dialogo. È una Chiesa inclusiva in cui tutti sono protagonisti, ciascuno con i propri compiti e carismi. Del resto, missione è anche saper chiamare, valorizzare e coinvolgere. Missione è sapere che ognuno ha un suo posto nella Chiesa e un suo modo di servire il popolo di Dio. Missione è saper trasformare in ministero il dono che lo Spirito ha seminato in ciascuno. È chiaro, infatti, che solo una missione innovativa, finalmente aperta alle culture, al dialogo e alla partecipazione di tutti, potrà generare, come sogna Francesco, una Chiesa non “altra” ma diversa.

di Paolo Trianni

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