Gesuiti
Fondazione Magis ets
Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Cultura Lettera del Presidente del MAGIS
Italia,

Lettera del Presidente del MAGIS

Caro amico, cara amica del MAGIS,

vorrei confidarvi alcuni pensieri che mi attraversano in questi giorni.
Pensieri che, anche se attraversati da una certa trepidazione, desidero condividere con voi.

L’epidemia ci sta colpendo in maniera dura ed intransigente. La vita di noi tutti è stata stravolta. L’economia del paese messa in ginocchio. La sanità è al limite, per non parlare dei malati e delle vittime. Le persone vivono spesso paure ed ansie per il futuro incerto che ci minaccia visto l’estesa diffusione del contagio. Non riesco però a non leggere tutto questo con gli occhi della fede e quindi vi confido la mia personale e “segreta” lettura. Vi confido che nella preghiera spesso mi risuona questa frase: tutto questo è per noi, per guarirci dentro.

L’Italia, colpita così duramente dalla mano pesante di Dio, potrà diventare più umile, più unita, più solidale. Questa epidemia non sarà per la morte ma per la conversione del nostro paese. Eravamo ubriachi di arroganza e consumismo, ora dobbiamo tornare a sentirci fragili come tutti e come tutti bisognosi gli uni degli altri. La Provvidenza indossa questo guanto di ferro, perché, amorevolissima, colpendoci fuori, nelle nostre attività e ricchezza, vuole guarirci dentro.

Impariamo così in questi giorni a stimare medici e infermieri che stanno esponendo la loro vita. Impariamo il valore della vita quando è spesa per l’altro; andare a lavoro, anche quello più umile, è ora ai nostri occhi, un atto eroico. Impariamo ad ascoltare con rispetto i nostri politici e chi si occupa del bene comune; lo stesso linguaggio della politica si sta facendo più sobrio ed educato rispetto alle volgarità a cui eravamo oramai assuefatti.

Questo virus o sarà per un’Italia migliore oppure migliaia di persone stanno morendo invano. Se passata l’epidemia torneremo ad affollare le strade ed i negozi per dimenticare tutto, allora saremo come “l’uomo che nell’abbondanza non comprende, è come gli animali che periscono” (Salmo 48,13). Se invece ricorderemo la nostra sofferenza ed i martiri del quotidiano che si stanno consumando in una corsia di ospedale, in un centralino del 118, in una sala della giunta comunale; se ricorderemo la solidarietà materiale e spirituale che ci raggiunge da tantissimi paesi lontani, anche i più vulnerabili, allora diventeremo solidali e abbatteremo i muri di rifiuto e indifferenza nei confronti dei rifugiati che ora stiamo respingendo con filo spinato e tenute antisommossa ai nostri confini, perché abbiamo sperimentato le frontiere chiuse nei nostri confronti in un momento di difficoltà.

Saremo allora solidali con le centinaia di migliaia di persone che non possono restare in casa perché la loro casa non c’è più, è stata distrutta dalle bombe in Siria, in Afghanistan, in Repubblica centrafricana, in Camerun, in Venezuela, hanno paura e scappano dalla guerra e dalla violenza che uccide senza pietà; che non possono stare in casa perché non hanno acqua e neanche cibo a causa della siccità provocata dai cambiamenti climatici…Apriremo allora i nostri confini con operosa accoglienza, capaci di condivisione e slanci di solidarietà.

Quale padre buono ha piacere a colpire il figlio? Eppure tutto questo è per il nostro vero bene, per un’Italia e un’Europa diverse: umili, unite e solidali. 
Un caro augurio di una Quaresima feconda e fiduciosa.

                                                                                                                    Padre Renato Colizzi SJ

Presidente Fondazione MAGIS

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