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Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Notizie Per una teologia dal Mediterraneo
Italia,

Per una teologia dal Mediterraneo

Identità e alterità, coscienza di sé e apertura all’altro sono i fondamenti su cui si costruisce ogni
esperienza umana. Sono i fili che intessono non solo le relazioni più intime e familiari, ma anche la vita
politica e sociale dei paesi in cui viviamo. In questo processo di reciproco riconoscimento il concetto di
identità è spesso foriero di possibili fraintendimenti, «il costituirsi dell’identità evoca immediatamente
il concetto di confine» (F. Gaiffi). Tuttavia, sia a livello individuale che comunitario, le nostre esistenze
si sviluppano in un continuo dialogo con la storia e la geografia della prossimità. Per quanto l’uomo si
ostini a ricercare un’illusoria purezza delle origini, la storia ci insegna che ogni fenomeno culturale e
religioso nasce e si sviluppa all’interno di un fecondo processo di contaminazione, fatto di influenze
reciproche e confinamenti identitari. La storia del Mediterraneo ci testimonia la presenza di un «altro»
che non è mai totalmente «altro»: è uno straniero da combattere, un culto da condannare, un popolo
da fronteggiare, ma nulla di tutto questo è totalmente estraneo alla formazione culturale e religiosa
dei nostri popoli. Tutto ciò che crediamo e pensiamo è difatti fin dall’origine generato e compreso
attraverso un dialogo endogeno ed esogeno con il mondo culturale e le ricerche spirituali che abitano i
confini del “nostro” mare.
Da questo punto di vista il Mediterraneo si rivela un punto prospettico molto interessante. Sul
mare siamo tutti ospiti, il mare non si può occupare, è indisponibile, ingovernabile, si può solo
attraversare. Nessuno può esercitarvi una sovranità, è res communes omnium, è quello spazio di
“terra” che più assomiglia alla creazione originaria. Il suo attraversamento ci costringe a lasciare una
riva per l’altra, ognuno con il suo bagaglio, un patrimonio fatto di usi, costumi, credenze, tradizioni,
lingue, esperienze religiose. Ma non c’è viaggio dal quale non si torni contaminati. Tale ibridazione ha
creato nei secoli una cultura tipicamente mediterranea. Ma che cosa vuol dire essere culturalmente
mediterranei? Vuol dire far parte di quella civiltà che nei secoli ha dato vita «all’unità di un sistema
coerente, dove tutto si mischia e si ricompone in una unità originale» (F. Braudel), un’ibridazione
organica, trans-culturale, sinfonica.
A partire da tale contesto, una teologia dal Mediterraneo non vuole definirsi come un nuovo
ambito di specializzazione accademica, essa vuole far emergere nello spazio trans-culturale del Mare
nostrum la specificità di una riflessione teologica orientata al contesto che unisce e delimita i confini
religiosi e filosofici della nostra civiltà mediterranea. Una riflessione teologica che sappia riconoscere
nel “tra” della relazione il luogo sorgivo del proprio intelligere credente. Una teologia che sappia

annunciare la verità del kerygma cristiano in dialogo con le ragioni e le speranze di “altri” mondi
religiosi, che sappia dirsi e comprendersi a partire da uno sguardo plurale e inclusivo, mostrando le
ragioni della sua credibilità, le fonti della sua “singolarità”, la ricchezza della sua ermeneutica.
Potremmo così parlare di una riflessione teologico-contestuale mediterranea, ovvero dell’esercizio di
un pensiero credente che, fondato sulla rivelazione cristiana, assuma come campo d’indagine lo spazio
dialogico dell’interrelazionalità, prendendo sul serio quelle interpellanze suscitate dai numerosi
«elementi di verità» (cf. AG 9) disseminati nel campo della ricerca umana del divino, una ricerca che
mai si realizza all’oscuro della grazia. «Radicata, come ogni autentica teologia, nell’auditus fidei e
nell’auditus hominis, la teologia dal Mediterraneo vuole praticare il codice dell’accoglienza che non
teme la pluralità; che aiuta a considerare le differenze presenti nel “con-testo” come una inedita
“tessitura di testi” che genera novità di vita e di pensiero», (Manifesto per una Teologia dal
Mediterraneo).

di Luigi Territo sj

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