Tra i campi profughi in Tamil Nadu, la pandemia ha aggravato la povertà educativa, molti rifugiati non riescono a proseguire gli studi e completare i percorsi di formazione a causa delle difficoltà economiche e sociali a cui le famiglie devono far fronte. Il numero dei bambini e delle bambine che hanno abbandonato la scuola è cresciuto, soprattutto a causa delle condizioni di vita sempre più precarie. Il concetto di educazione come “bene comunitario” non è ben radicato all’interno dei campi profughi dove le famiglie devono affrontare le sfide quotidiane della vita.

Insieme al Jesuit Refugee Service dell’Asia del Sud, con questo progetto si vuole ridurre l’abbandono scolastico dei bambini e delle bambine che vivono nei campi profughi e migliorare le qualifiche professionali dei giovani rifugiati attraverso un sostegno concreto a proseguire gli studi superiori.

Saranno implementate le seguenti attività:

1)            Assegnazione di borse di studio a studenti universitari per completare gli studi;

2)            Corsi di preparazione per sostenere l’esame di stato che assegna borse di studio a studenti e studentesse provenienti da famiglie vulnerabili;

3)            Acquisto e distribuzione di ausili e dispositive per giovani con disabilità;

4)            Corso di formazione residenziale per i membri dello staff di JRS;

5)            Campagne di sensibilizzazione sul valore dell’educazione in 82 campi profughi rivoti ai bambini/e e alle famiglie

Dove

Tamil Nadu, India

Periodo

2022 - 2023

Destinatari

30 studenti e studentesse dell’Università 400 giovani che vivono nei campi profughi 24 persone dello staff di JRS in Tamil Nadu 25 giovani con disabilità 3.500 bambini/e che vivono nei campi profughi

Contributo

UNIONE BUDDHISTI ITALIANI

Contesto

La pandemia ha colpito duramente i giovani rifugiati che vivono nei 107 campi profughi in Tamil Nadu, dove il 37% della popolazione è composta da bambini/e e giovani di età compresa tra i 9 e i 17 anni. I 2 anni di chiusura delle scuole hanno ampliato le disuguaglianze educative e contribuito ad aggravare la povertà, si calcola che 4113 bambini abbiano abbandonato gli studi, sia per ragioni economiche che per l’impossibilità di frequentare regolarmente le lezioni online. Gli studenti hanno gradualmente perso interesse per l’istruzione formale e sono diventati irregolari nel frequentare la scuola una volta riaperta. Molte famiglie hanno perso il lavoro e i figli che frequentavano l’università sono stati costretti a cercare piccoli lavori in settori non organizzati, ciò ha abbassato il rendimento e scoraggiato la continuazione del percorso di studi. Questi giovani, senza idonea formazione, spesso rimangono sottoccupati o lavorano in situazioni di sfruttamento con salari non equi o inferiori agli standard.


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