Poco dopo la scoppio dell’epidemia di ebola in Guinea, il Magis, insieme a Ocph/Caritas Guinea, si è impegnato nella lotta al virus ebola nelle prefetture di N’Zérékoré, Yomou, Lola e Macenta (oltre 73.000 abitanti), villaggi al confine con la Liberia. Il progetto ha dato vita a una campagna di sensibilizzazione «porta a porta» (consegnando alle persone opuscoli informativi, sapone e bottiglie di cloro) e attraverso le reti di media e di comunicazione. Cartelli sul virus sono stati piantati agli incroci e nei villaggi. Sono poi stati distribuiti  kit igienici e stati installati lavabi da utilizzare per il lavaggio delle mani (uno dei veicoli principali di trasmissione del virus).

Alla fine del 2015, l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato conclusa l’epidemia. Nonostante ciò i gesuiti hanno ritenuto che la battaglia contro il virus non dovesse terminare. «Con la diffusione di ebola in Africa occidentale – spiegano i responsabili di Ajan (African Jesuit Aids Network) – l’ignoranza, il sospetto, la paura irragionevole, le credenze culturali, religiose e tradizionali si sono impossessati della popolazione e hanno influenzato il modo in cui è stata affrontata la malattia. C’è stata gente che ha creduto che ebola fosse una bufala. Molte famiglie hanno fatto dimettere i parenti ammalati dagli ospedali, negando loro la possibilità di essere curati. Altre persone hanno incolpato gli operatori sanitari di essere i veri colpevoli della diffusione del virus. Si sono registrati attacchi ai centri sanitari e al personale. In Liberia, per esempio, i giovani hanno attaccato e distrutto un centro di cura e trattamento. Alcune comunità rurali hanno rifiutato le misure di contenimento proposte dalle Ong internazionali e dalle autorità centrali. Per esempio, in Guinea gli abitanti si sono rifiutati di accogliere operatori sanitari che erano stati inviati per aiutare i malati».

Per questo motivo, Ajan ha deciso di mettere in campo un progetto per educare le comunità locali ed evitare così che false credenze e ignoranza possano ostacolare interventi efficaci.

Il progetto è chiuso

Dove

Guinea

Periodo e stato del progetto

— Concluso

Destinatari

Attraverso tale progetto oltre diecimila famiglie sono state correttamente sensibilizzate, formate e informate sulle conseguenze della febbre emorragica.

Contributo

Contesto

Nel corso del 2014 un'epidemia della malattia virus ebola si è diffusa in Africa occidentale. L'epidemia, iniziata in Guinea nel febbraio 2014, si è successivamente diffusa in Liberia, Sierra Leone e Nigeria, ed è la più grave nella storia, sia per numero di casi sia per i decessi registrati. Al 12 aprile 2015 sono stati segnalati 25.826 casi sospetti con 10.704 morti.  Il 30 dicembre 2015 l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato conclusa l'epidemia di virus


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