Il progetto lanciato dal Jesuit Hakimani Center in collaborazione con il Magis prevede un piano triennale di realizzazione e si articola in quattro ambiti.

Giustizia sociale – Il Jesuit Hakimani Center organizza corsi di giustizia sociale ai quali partecipano quaranta persone selezionate tra le associazioni operanti sul luogo, in particolare quelle afferenti alle parrocchie e agli istituti religiosi, contattando i leader della società civile e gli amministratori locali. Queste persone sono il cardine sul quale si costruisce un sistema resiliente contro l’insicurezza alimentare. Il gruppo aiuterà le singole comunità e le famiglie della loro area a sviluppare politiche di maggiore tutela di acqua e cibo.

Leader religiosi – I leader religiosi di ogni tradizione hanno un’influenza e un’autorevolezza significative sulla popolazione dei villaggi. Il loro coinvolgimento è fondamentale per l’implementazione del progetto, per il conseguimento degli obiettivi e per l’autonomia futura della popolazione. A tal fine, 30 leader religiosi, cristiani e musulmani, si sono incontrati per essere informati e formati sulle finalità del progetto.

Impianti e coltivazioni – Individuati i luoghi e le comunità interessate, si è dato inizio alla promozione e alla sperimentazione delle nuove pratiche di produzione, conservazione e consumazione del cibo che meglio si adattano alle zone rurali e aride nel nord del Paese. In particolare: migliorare la produzione del cibo attraverso l’installazione di serre; migliorare la conservazione dei raccolti attraverso la costruzione di granai familiari per i cereali; ottimizzare la cottura dei cibi tramite l’introduzione di cucine a basso consumo di legna (stufe) e forni solari. L’efficacia di queste tecnologie viene studiata e valutata in termini di efficacia e appropriatezza, in modo da poter rilanciare in futuro interventi progettuali più mirati.

Formazione – 28 giovani provenienti dalle diverse contee vengono formati riguardo alle caratteristiche delle tecnologie sperimentate e avviati ad attività atte a sfruttare le potenzialità di quelle che meglio si adattano al contesto culturale e ambientale.

Il progetto è chiuso

Dove

Isiolo, Kenya

Periodo

Destinatari

I beneficiari diretti raggiunti dal progetto saranno 21.920, tra persone formate, sensibilizzate, partecipanti agli incontri con gli enti pubblici locali e nazionali.

Contributo

Il progetto è realizzato con il contributo dell'8 per mille alla Chiesa cattolica

Contesto

Il progetto si sviluppa in quattro contee: Isiolo, Garissa, Kisii e Kakamega. Isiolo - La popolazione è stimata in 143.294 persone, prevalentemente musulmani, con una piccola minoranza cristiana. Lo stile di vita predominante è la pastorizia, ma anche l’agricoltura è praticata, seppur su piccola scala. Il livello di povertà si attesta al 72,4% della popolazione. I due problemi maggiori di questa zona sono il terrorismo (soprattutto di matrice etnica) e la scarsità di piogge. Garissa - La contea ha una popolazione di 600mila persone. Il 49,2% della popolazione vive sotto il livello di povertà. Vi è una disoccupazione altissima, soprattutto tra i giovani. I gruppi di estremisti religiosi trovano tra di loro terreno fertile per raccogliere adepti. Kisii - La popolazione è di 2.205.669 persone. La maggioranza è cristiana, in particolare cattolici e avventisti del settimo giorno. L’economia della contea è sostanzialmente agricola grazie a una distribuzione di precipitazioni che permette colture su tutto l’anno. Alla fertilità del terreno e all’abbondanza delle piogge, si contrappongono appezzamenti molto piccoli per le famiglie, scarsa accessibilità al mercato nazionale e una grande quantità di perdita post-raccolto, dovuto a tecniche di stoccaggio non adatte all'umidità della zona. La povertà è pari al 60,3%. Kakamega - La contea ha una popolazione di 1.789.989 persone, a maggioranza cristiana. L'economia è di tipo agricolo. Come Kisii, anche Kakamega gode di buone condizioni idroclimatiche, ma a dispetto di ciò ha un tasso di povertà del 53,4%.


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