Il sistema educativo della Repubblica Centrafricana risente delle crisi politico-militari che segnano il Paese: la maggior parte delle scuole è stata occupata dai gruppi armati, le infrastrutture scolastiche distrutte. L’abbandono scolastico è alto. L’istruzione tecnica e professionale risulta troppo teorica. La mancanza di infrastrutture adeguate, di personale qualificato e di un sistema educativo diversificato in grado di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro fanno sì che gli studenti al termine degli studi non trovano un lavoro retribuito per contribuire allo sviluppo socio-economico del Paese.

La situazione delle donne, soprattutto nelle aree di conflitto, è molto difficile. Molte hanno subito stupri e violenze. Molte madri vedove provvedono da sole alla famiglia. Il tasso di povertà è dell’81%. Le ragazze non sono sostenute nello studio, e sono spesso spinte dalla propria famiglia a matrimonio precoce o a prostituzione.

Il Centre Catholique Universitaire (CCU) dei gesuiti intende contribuire a ridurre la povertà e migliorare le condizioni di vita dei giovani sfollati vittime di conflitti armati, degli studenti in situazioni difficili e delle donne vulnerabili di Bangui promuovendone il reinserimento socio-professionale ed economico.

Risultati attesi:

1. Fornita una formazione professionale a 150 giovani disoccupati (sfollati e studenti) per facilitare l’integrazione economica

Il CCU mira a ridurre la povertà migliorando le competenze professionali dei giovani attraverso corsi e formazione teorica e pratica in vari mestieri.

2. Rafforzata l’autonomia psicosociale e finanziaria di 300 donne vulnerabili.

L’azione si rivolge principalmente alle donne vittime di molteplici crisi politico-militari. L’obiettivo è quello di aiutarle a prendere in mano la propria vita tramite la costituzione di cooperative per promuovere attività di vendita su piccola scala. Le donne ricevono una formazione sulla leadership femminile, sul sostegno psicologico, sulla gestione dei conflitti e sul coaching, e sostegno in attività generatrici di reddito.

3. Incoraggiata la partecipazione responsabile per la costruzione della pace nel Paese attraverso la formazione di 354 giovani come “peer educator” e “volontari per la pace”

All’interno del CCU, i giovani hanno dato vita a due realtà: un Centro di informazione, educazione e ascolto (CIEE) e la Rete dei volontari della pace (RVP).

Una delle ragioni principali dell’alto tasso di HIV/AIDS in Repubblica Centrafricana è la mancanza di informazioni. Il Centro di informazione, educazione e ascolto intende formare 154 giovani “peer educator” che contribuiranno alla sensibilizzazione e alla diffusione dello screening tra i coetanei. Verranno sensibilizzati gli studenti delle scuole secondarie sui benefici dell’istruzione, sulla tutela dell’ambiente (Laudato si’), sulla violenza di genere e sulla salute riproduttiva. I “peer educator” saranno coinvolti nella visita ai malati, ai carcerati e agli anziani. Sono previste attività di comunicazione spirituale e di vita per i giovani. 

I giovani della Repubblica Centrafricana affrontano una serie di sfide che ostacolano la cultura della non violenza e della pace. Le attività della Rete dei volontari della pace prevedono il rafforzamento formativo di 200 giovani “volontari di pace” che sensibilizzeranno l’opinione pubblica sui temi della cittadinanza, della coesione sociale e della pace attraverso seminari, conferenze, workshop nelle scuole e campagne mediatiche.

Dove

Bangui, Repubblica Centrafricana

Periodo

2025 - 2028

Destinatari

150 giovani disoccupati (sfollati e studenti), 300 donne vulnerabili, 354 giovani (peer educator e volontari per la pace)

Contributo

Progetto cofinanziato con i fondi 8xmille della Chiesa Cattolica  

Contesto

Istruzione. Il sistema educativo della Repubblica Centrafricana non è stato risparmiato dalle crisi: la maggior parte delle scuole è stata occupata dai gruppi armati, le infrastrutture scolastiche sono state distrutte. L'abbandono scolastico, la mancanza di denaro e di posti di lavoro qualificati sono problemi legati all'istruzione dei giovani. Con un'istruzione tecnica e una formazione professionale troppo teorica, molti giovani diplomati non riescono a trovare un posto nel mercato del lavoro. Gli indicatori di qualità sono bassi a causa della mancanza di infrastrutture scolastiche adeguate, di attrezzature scolastiche, di materiali didattici e di apprendimento adeguati.

 

Le grandi sfide dell'emancipazione femminile. Soprattutto nelle zone di conflitto, molte hanno subito violenza e stupri, con conseguenze disastrose come traumi, molteplici gravidanze, infezione da HIV, stigmatizzazione delle vittime e dei bambini nati da stupri e ripudio dalla casa coniugale.

Molte famiglie sono sfavorevoli allo studio delle ragazze e spesso fanno pressioni verso il matrimonio forzato o la prostituzione. L'analfabetismo e il basso livello di istruzione limita notevolmente le possibilità di entrare nel mercato del lavoro.

Il tasso di povertà delle donne è dell'81%. La maggior parte sono vedove di guerra con famiglia a carico. Lavorano perlopiù nell'agricoltura, nell'allevamento e nella pesca, ma i raccolti sono bassi e il reddito insufficiente a ridurre l'insicurezza alimentare e la malnutrizione. Spesso abbandonate a sé stesse, ricorrono alla prostituzione per trovare quanto basta per mangiare e prendersi cura dei figli.


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