Le suore missionarie di San Giuseppe di Chambéry con la loro Onlus Csj Missioni, hanno realizzato un ostello a Mateka, nei pressi di Songea, a Sud della Tanzania. Si tratta di una struttura accogliente e tranquilla dove le giovani studentesse, provenienti dalle limitrofe zone rurali, sono seguite, accompagnate e incoraggiate nello studio, in un dialogo costante con gli insegnanti e la famiglia.

Il primo anno è sempre il più duro e difficile per le ragazze che arrivano all’ostello. Devono superare la paura di allontanarsi da casa, condividendo spazi ed esperienze con nuove persone, ma devono anche apprendere nuove regole, assolvere compiti diversi e rispettare gli orari. La fiducia data a queste ragazze è stata sempre ben riposta, in quanto danno sempre prova di avere buone capacità di adattamento e di apprendimento e sono sempre più determinate a continuare negli studi. Per poter continuare a studiare con serenità e successo è importante offrire spazi alla formazione integrale della giovane, curando il suo benessere psicofisico e insegnando ad amare se stesse e gli altri.

Molte ragazze arrivano da famiglie difficili e destrutturate, si portano dietro le cicatrici profonde di drammi familiari, come quello di un abbandono o della morte, a volte causa di disturbi psichici che vanno affrontati e gestiti con un grande impegno, pazienza e amore.

Anno dopo anno le ragazze appaiono, però, più serene, sicure e determinate a proseguire nel loro cammino di formazione. «Se rattrista il pensiero che a Songea sono ancora poche le donne che possono sognare qualcosa di più di una vita domestica stentata e opprimente – spiega una suora italiana di ritorno dalla Tanzania -, la certezza che per le nostre ragazze dell’ostello ci sarà un futuro diverso mi riempie di gioia».

Il Magis aiuta questo progetto finanziando alcune borse di studio.

Dove

Songea, Tanzania

Periodo

Destinatari

Le alunne dell'ostello provenienti dalle limitrofe zone rurali. Le ragazze, soprattutto quelle del primo anno, sono seguite, accompagnate e incoraggiate nello studio, in un dialogo costante con gli insegnanti e la famiglia.

Contributo

Contesto

La Tanzania, ex colonia tedesca e poi britannica, ha adottato un sistema scolastico di tipo anglosassone in base al quale l'istruzione è ripartita in pre-primary school (due anni, per bambini di età tra i 5 e i 6 anni), primary school (dai 7 ai 13 anni) e secondary school (dai 14 ai 19 anni). Mentre la scuola primaria è gratuita e obbligatoria, la secondaria è facoltativa e, quindi, a pagamento. Il numero degli studenti che dopo aver superato gli esami della primary school proseguono negli studi è bassissimo. Ciò è dovuto a un duplice fattore: costi elevati e mancanza di scuole. Gli istituti, infatti, sono spesso privati e hanno rette alte, proibitive per molte famiglie; le scuole si trovano solo in città, sono lontane dai villaggi ed è impensabile colmare le distanze ogni giorno a piedi. I ragazzi dei villaggi, se vogliono continuare a studiare, sono obbligati a trasferirsi in città, ma poche scuole offrono vitto e alloggio. Per tutte le scuole, il materiale didattico e le divise sono a carico dello studente. Le bambine sono le più discriminate e sono loro, che per prime, vedono negarsi il diritto di andare a scuola; eppure è sulla donna che poggia la società tanzaniana. È lei, infatti, a prendersi cura della famiglia e dei figli. È lei, spesso abbandonata dal partner, a dover provvedere al sostentamento economico della casa.


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