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MAGIS Diritti fondamentali Sri Lanka: un paese in grave crisi economica e sociale
Sri Lanka,

Sri Lanka: un paese in grave crisi economica e sociale

Le proteste (più o meno pacifiche avvenute nel luglio scorso) hanno portato alla fuga all’estero del Presidente dello Sri Lanka e alle sue dimissioni. Anche il Primo Ministro ha rassegnato le dimissioni aprendo di fatto ad un governo di unità nazionale. Il Paese si trova in piena agitazione politica e la crisi istituzionale è accompagnata da una crisi finanziaria.

Padre Thierry Robouam del Centro Loyola Ecologia e Giustizia racconta in questo articolo cosa è accaduto nel mese scorso nel Paese dell’Oceano Indiano, situato a Sud-Est della penisola Indiana.

“A causa della mancanza di benzina e gasolio, le scuole sono state chiuse e la popolazione passa giorni interi a procurarsi qualche litro di benzina. Il problema non sono solo i politici, ma un intero popolo che è diventato dipendente dal denaro straniero. L’etica del lavoro, la disciplina e l’innovazione non sono state apprezzate dalla gente comune, ormai da più di cinquant’anni.

Il lungo periodo di guerra civile non ha portato a una vera forma di riconciliazione tra le diverse fazioni dello Sri Lanka, il Paese è molto diviso e c’è molto lavoro da fare per riunire le persone. Non abbiamo ancora raggiunto una crisi umanitaria, la gente ha ancora da mangiare e chi aveva difficoltà precedentemente, continua ad averle.

Molte organizzazioni stanno distribuendo aiuti umanitari, purtroppo, la maggior parte della popolazione non si rende conto che la crisi attuale è destinata a durare a lungo e che, se non cambia, sarà catastrofica. La gente preferisce andare a far lunghe file alle stazioni di rifornimento di benzina e aspettare, piuttosto che usare la bicicletta per spostarsi, lo trovano umiliante. Dovremmo lavorare per soluzioni a lungo termine, perché la dipendenza dagli aiuti umanitari e fondi stranieri è ciò che sta paralizzando il Paese.

L’aspetto più allarmante è che questa volta la crisi ha colpito la classe media, le lunghe interruzioni di elettricità e l’assenza di benzina e gas hanno paralizzato le famiglie che vivono in appartamenti, nelle città, senza giardino, e che dipendono completamente dalle infrastrutture e servizi e commerci cittadini. L’inflazione è incredibilmente alta e le famiglie della classe media non riescono a ripagare i prestiti presi, hanno stipendi ridotti e hanno difficoltà a sostenere le proprie famiglie. Molti sono già partiti per l’estero.

Nei villaggi e in campagna c’è sempre qualcosa da mangiare e si può trovare legna da ardere per accendere i fuochi e cucinare. Ma in città, per sopravvivere, c’è bisogno di gas o elettricità. Se la classe media non lavora, il Paese andrà in bancarotta. Oggi (13 luglio 2022, ndr) sono stati dichiarati il coprifuoco e lo stato di emergenza a causa dei disordini politici. Non sappiamo cosa aspettarci. In mezzo a queste difficoltà, la LCEJ (Centro Loyola Ecologia e Giustizia) si è impegnato a distribuire aiuti alle famiglie più vulnerabili, abbiamo anche aumentato la distribuzione di piantine di verdure (il doppio del solito), poiché sempre più persone hanno bisogno del nostro aiuto per avviare un giardino domiciliare. Abbiamo anche iniziato a produrre le nostre piantine. I nostri centri di cucito si stanno concentrando sulla produzione di sacchetti per piantine ecologiche per soddisfare la domanda. Abbiamo anche avviato un programma di gestione dei rifiuti che si sta lentamente sviluppando. Le altre attività vengono mantenute come di consueto, tranne per il fatto che abbiamo dovuto ridurre i nostri progetti di insegnamento a causa della chiusura delle scuole”.

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