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Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Cultura Una missione di trasformazione liberante. L’editoriale del nuovo GMI N. 97
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Una missione di trasformazione liberante. L’editoriale del nuovo GMI N. 97

Le "scarpe del pellegrino" custodite nelle Stanze di sant'Ignazio presso la Chiesa del SS. Nome di Gesù a Roma

L’Anno Ignaziano, che si aprirà il prossimo mese di maggio, rappresenta, come sottolinea Ambrogio Bongiovanni, presidente della Fondazione MAGIS, l’opportunità di scoprire nuovi cammini, attraverso le Preferenze Apostoliche Universali, per seguire il Signore nella missione di trasformazione liberante per la nostra vita e per quella di tanti altri fratelli

L’anno in corso sarà caratterizzato dall’apertura delle celebrazioni dell’Anno Ignaziano (2021-2022) in cui si fa memoria del cammino di conversione di Ignazio di Loyola che lo ha portato alla fondazione della Compagnia di Gesù.

L’occasione cade in un tempo difficile e complesso a livello globale a causa delle ferite morali e fisiche che affliggono ciascuno di noi, le comunità e società umane nelle quali viviamo e mettono alla prova i sistemi che ci governano.

Per superare la tentazione di una frustrazione o desolazione degli insuccessi, guardiamo all’esperienza di Ignazio e dei suoi compagni come insegnamento di speranza, di cambiamento, di trasformazione: un’esperienza di apparente sconfitta, frustrazione e fragilità umana diventa evento di conversione, di abbandono in Dio, di purificazione, di oblazione per l’umanità. Ignazio ha riscoperto per la Chiesa una spiritualità evangelica dell’azione che diventa modello per imparare a trasformare anche questo tempo in un’occasione – un evento – liberante per la nostra vita e per quella di tanti altri fratelli.

La missione della Chiesa è infatti anche da intendere come missione di trasformazione della realtà attraverso l’annuncio e la testimonianza del Vangelo nella prospettiva del Regno di Dio, in definitiva in un essere-per-gli-altri. Come sosteneva Pedro Arrupe SJ in uno dei suoi discorsi: “Questo sforzo di purificazione e di ascetica sociale, per una liberazione terrena dalle ingiustizie che esistono nel mondo, è al centro dell’atteggiamento cristiano. Chi rinuncia alla lotta per la giustizia, per ciò stesso si chiude all’amore degli uomini e per conseguenza all’amore di Dio. D’altra parte la lotta per la giustizia non finirà mai. I nostri sforzi non saranno mai coronati da un pieno successo in questa vita. Ciò però non significa che non raggiungano alcun successo. Saranno successi parziali graditi a Dio, primizie dei frutti della salvezza portata da Gesù, segno che il suo regno è venuto, anticipazioni imperfette di questo regno.”[1]

Le quattro Preferenze Apostoliche Universali della Compagnia di Gesù presentate nel 2019 sono alimentate da quello spirito e rappresentano le linee guida sia per i gesuiti che per i laici e dunque sono parte integrante del cammino della Fondazione MAGIS che intendiamo incarnare nei progetti, nelle attività, nello stile di vita personale e comunitario e nelle relazioni. Voglio qui ricordarle:

  • Indicare il cammino verso Dio mediante gli Esercizi Spirituali e il discernimento
  • Camminare insieme ai poveri, agli esclusi dal mondo, feriti nella loro dignità, in una missione di riconciliazione e di giustizia
  • Accompagnare i giovani nella creazione di un futuro di speranza
  • Collaborare nella cura della Casa Comune.

Nel vivere il mistero pasquale di Gesù Cristo, ognuno di noi è parte del disegno di salvezza, di liberazione, nell’annuncio e nel servizio, nella consapevolezza che tutto questo non è facile e comporta un prezzo per le scelte che faremo (cfr. Mc 13,9). Questo cammino non è esclusivo dei cristiani, come ci ricorda il Concilio Vaticano II nella Costituzione Gaudium et Spes al n. 22, ma è aperto a tutti gli uomini e le donne di “buona volontà” che attraverso l’azione dello Spirito di Dio sono anch’essi “associati” al Suo mistero:

“Il cristiano certamente è assillato dalla necessità e dal dovere di combattere contro il male attraverso molte tribolazioni, e di subire la morte; ma, associato al mistero pasquale, diventando conforme al Cristo nella morte, così anche andrà incontro alla risurrezione fortificato dalla speranza. E ciò vale non solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale”.

 

Ambrogio Bongiovanni

Presidente Fondazione MAGIS

 

[1] Pedro Arrupe SJ, Discorso tenuto a Valencia (Spagna) il 31 luglio 1973 al X Congresso della Confederazione europea degli Ex-alunni della Compagnia di Gesù.

 

Tags Verso Dio

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