I casi di Covid-19 sono aumentati anche nei villaggi del Jharkhand, dove poche sono le strutture ed i servizi per l’assistenza sanitaria. Il lockdown è stato parzialmente allentato, molte attività economiche sono state riavviate, ma vige tuttora l’obbligo di indossare la mascherina sia in luoghi chiusi che all’aperto. Le scuole rimangono chiuse e i trasporti pubblici sono ridotti, ciò crea molte difficoltà per chi deve recarsi a lavorare. In India molti usano i mezzi pubblici per spostarsi. I mercati locali sono aperti solo per poche ore al giorno, e chi viene dai villaggi più distanti o dalle foreste a volte non riesce ad arrivare prima della chiusura. Il viaggio per raggiungere il mercato può durare anche più di due o tre ore e, arrivando tardi, gli abitanti delle foreste rischiano di non poter vendere i prodotti coltivati, né di acquistare gli altri beni di prima necessità.

Il problema principale è la mancanza dei tamponi, per questo il numero dei casi non è esatto, secondo le ultime stime del mese di Ottobre, in Jharkhand ci sono stati oltre 31.973 casi, di cui 21.735 i guariti, 10.238 casi positivi e 347 deceduti.

I gesuiti di Ranchi, grazie al supporto del MAGIS, sono intervenuti nel momento della prima emergenza assistendo i lavoratori migranti, i lavoratori a giornata, i contadini e le famiglie più povere. Dopo la prima fase si è passati ad interventi diretti nei villaggi, dove sono stati utilizzati gli spazi pubblici per allestire dei centri per la quarantena. In questa fase vengono aiutate le famiglie più povere, i contadini e coloro che hanno perso il lavoro rientrando dalle città. Purtroppo, a causa delle limitazioni imposte per gli spostamenti, ci sono ancora molte difficoltà per raggiungere i villaggi più remoti, dove il bisogno è maggiore.

L’intervento dei gesuiti di Ranchi si è concentrato nei distretti di Ranchi, Khunti, Gumla, Simdega e Lohardaga. Puoi sostenere l’impegno dei gesuiti di Ranchi facendo una donazione su https://bit.ly/2ZN2PuN