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MAGIS Notizie Dialogo interreligioso e tutela delle minoranze in Sri Lanka
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Dialogo interreligioso e tutela delle minoranze in Sri Lanka

Incontro dei giovani al Campus Loyola (Sri Lanka)

Bongiovanni, “l’istruzione superiore e il dialogo tra le fedi possono avere un impatto di vasta portata, promuovendo una società più inclusiva e pacifica”

La festa di Sant’Ignazio di Loyola, il 31 luglio, è ogni anno un’occasione in cui la famiglia dei Gesuiti fa il punto anche sulla propria presenza nel mondo. E tra le tante opere missionarie e umanitarie sostenute dalla Compagnia di Gesù, un posto speciale occupano quelle in un Paese come lo Sri Lanka, che fa ancora fatica a riprendersi dal lungo periodo di guerra civile e da una crisi economica senza precedenti: crisi che ha fatto sì che nel maggio 2022, per la prima volta da quando la nazione conquistò l’indipendenza nel 1948, il governo ha dovuto dichiarare il default, a causa del deficit finanziario e dell’impossibilità di pagare il debito estero.

A ciò si somma – specialmente nella memoria delle stragi di Pasqua, che nel 2019 provocarono 253 morti in gran parte tra le fila della comunità cristiana, con esplosioni in varie chiese durante la celebrazione della messa – la necessità di incentivare il dialogo tra le varie confessioni presenti nel Paese e di tutelare le minoranze etniche e religiose contro ogni forma di aggressione, discriminazione ed emarginazione.

Proprio quella di sostenere le comunità cristiane, “attraverso la risposta ai bisogni di base, la protezione dei diritti, la promozione dell’inclusione socio-economica, della riconciliazione e del dialogo interreligioso”, è la molteplice finalità del progetto “Percorsi e pratiche di educazione, dialogo e riconciliazione in Sri Lanka”, promosso dalla Fondazione Magis Ets con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo AID n. 12970/01/7 – EDIRI, come pure di donatori privati.

Il progetto, che si svolge nella Northern Province – Distretto di Mannar (Loyola Campus-Sede Centrale) e nella Western Province – Distretto di Gampaha (Centro di Ricerca Tulana-Biblioteca Tulana), quest’ultima nell’Arcidiocesi di Colombo, ha da poco compiuto il primo anno di vita, e come beneficiari diretti conta 5.530 individui (60% donne e 40% uomini), e indiretti un numero stimato di due milioni di persone, corrispondenti alla popolazione dell’area di azione dell’intervento.

Scopo principale dell’iniziativa è di sostenere la popolazione della minoranza cristiana in Sri Lanka – spiega Ambrogio Bongiovanni, presidente della Fondazione Magis -, promuovendo un percorso di riconciliazione tra le varie comunità etniche e religiose, nel periodo post-bellico, fondato sull’attivazione e lo sviluppo di un programma educativo e di dialogo interreligioso specifico”. Il progetto intende inoltre sostenere l’attività sociale e culturale promossa dai gesuiti in Sri Lanka.

Come obiettivi specifici, i rappresentanti di diverse fedi religiose, gli studenti del Campus Loyola e del Centro di Ricerca Tulana e i membri della comunità, partecipano attivamente e promuovono il dialogo interreligioso e i processi di pace e riconciliazione sociale, colmando le lacune di incomprensione e conflitto e le forme di discriminazione presenti nell’area del progetto.

In particolare, i giovani del Loyola Campus, in situazione di vulnerabilità e discriminazione, hanno accesso a un’istruzione di livello superiore di qualità, in cui i percorsi di riconciliazione e dialogo interreligioso sono presenti trasversalmente nella didattica di tutti i corsi. Allo stesso modo, il Centro di Ricerca Tulana, fondato alcuni decenni fa dal teologo gesuita Aloysius Pieris, promuove e gestisce ricerca e attività di dialogo interconfessionale, coinvolgendo in particolare i giovani e i membri di diversa fede, soprattutto della maggioranza buddhista e della minoranza cristiana, nel lavorare insieme per obiettivi comuni come la giustizia sociale, gli sforzi umanitari e lo sviluppo della comunità.

Sempre secondo Bongiovanni, “gli sforzi di riconciliazione devono concentrarsi sulla risoluzione delle rimostranze di tutte le comunità, di diversa fede religiosa, colpite dal conflitto e dalle situazioni di discriminazione, sulla promozione della comprensione attraverso l’attivazione di percorsi formativi orientati al dialogo interreligioso ed interculturale, alla prassi della cooperazione interreligiosa per il bene comune e l’armonia fra tutte le comunità di fede e ad una migliore integrazione tra le varie etnie che compongono la popolazione”.

Nel Paese, che ha comunque una struttura democratica, e dove la componente cristiana ha avuto un ruolo fondamentale, dopo gli attentati del 2019, nel tenere a freno le spinte verso forme di vendetta e ritorsione, non mancano le tensioni politiche e sociali, ed “è evidente che ci sia un estremo bisogno di sostegno e di soluzioni per creare un ambiente favorevole agli investimenti e alla crescita”.

In particolare, “è necessario adottare misure immediate per garantire la coesione sociale e il percorso di riconciliazione tra le diverse fedi religiose. La stabilità interna è fondamentale anche per la pace nell’area”. E “per garantire ciò appare necessario investire nell’educazione dei giovani e nella promozione del dialogo interreligioso e sociale a diversi livelli, per incoraggiare un loro miglior inserimento nella crescita umana, sociale e religiosa”.

Con questo progetto si auspica dunque, conclude il presidente del Magis, che “nel medio-lungo termine l’istruzione superiore e il dialogo interreligioso abbiano un impatto di vasta portata, plasmando le prospettive degli individui e promuovendo una società più inclusiva e pacifica”.

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