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Emergenza e laboratorio Covid-19

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Da diversi anni supportiamo il Complesso ospedaliero Le Bon Samaritain (CHU-BS) con l’acquisto di farmaci e attrezzature medicali. Il CHU-BS è una struttura universitaria – ospedaliera della Compagnia di Gesù fondata nel 1973 dal gesuita missionario italiano P. Angelo Gherardi. La missione principale di quest’opera è quella di fornire un’assistenza sanitaria di qualità alla popolazione ciadiana della capitale e delle zone rurali, soprattutto ai più indigenti, e di formare operatori sanitari “per gli altri”. Le diverse opere che afferiscono al Complesso ospedaliero sono dispiegate in due siti: N’Djamena e Goundi.

A Goundi, c’è un ospedale (capacità di 125 pazienti) con 9 centri sanitari che servono principalmente una popolazione rurale di 210.000 abitanti, oltre a 2 scuole sanitarie. A N’Djamena c’è il complesso ospedaliero universitario (CHU-BS) composto da un ospedale (capacità di 150 pazienti), 2 centri sanitari al servizio di una popolazione urbana e rurale di 100.000 abitanti, una Facoltà di Medicina e una Scuola di Sanità. Nel complesso sono impiegati un totale di 300 professionisti della salute dislocati nei siti di N’Djamena e Goundi.

Nonostante tale struttura e la formazione garantita, la situazione sanitaria in Ciad è grave. Il Ciad è uno dei paesi al mondo con una delle più basse percentuali di medici pro capite. Su una popolazione totale di oltre 15 milioni di persone, ci sono circa 6.000 infermieri e solo 800 medici, tra cui meno di 150 specialisti. La soglia fissata dall’OMS è di 23 medici e infermieri ogni 10.000 abitanti, il che pone il Ciad in fondo alla classifica con un punteggio di 3 medici e infermieri ogni 10.000 abitanti.

Di fronte all’emergenza Coronavirus, l’Africa non è immune e in Ciad si sono registrati i primi casi a inizio marzo. Il governo ha immediatamente avviato misure per frenare la diffusione del virus, in particolare riducendo al minimo le interazioni e rafforzando il sistema di igiene. Confini aerei e terrestri, chiese e moschee, scuole e tutti i luoghi ad alta concentrazione umana sono stati immediatamente chiusi. Nonostante il confinamento, la situazione degli operatori sanitari resta grave con un grande rischio di contagio, il numero di test e le strutture sanitarie in Ciad insufficienti per far fronte alla situazione. Presso il CHU-BS sono state adottate misure igieniche e di sicurezza volte non solo a proteggere il personale sanitario e di supporto (altamente esposto), ma anche l’intera popolazione circostante per far fronte a questa pandemia.

Ma si vorrebbe fare di più: attrezzare e avviare un Laboratorio di analisi specializzato Covid-19. Conoscere e poter monitorare i contagi è una delle armi più potenti per contrastare il virus e meglio accompagnare le persone in questa dura lotta. Ad oggi, il Ciad dispone di un solo laboratorio in grado di effettuare delle analisi specifiche sul Covid-19 per una popolazione di oltre 15 milioni di abitanti.

Puoi sostenere il progetto “Laboratorio Covid-19 in Ciad” con una donazione su https://www.fondazionemagis.org/come-ci-puoi-aiutare/#donazioni

 

 

 

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