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Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Cultura Gesuiti in Ciad, una preziosa risorsa per la costruzione della pace
Ciad,

Gesuiti in Ciad, una preziosa risorsa per la costruzione della pace

Sabrina Atturo è una cooperante MAGIS in Ciad. Dalla sua esperienza sul campo arriva la riflessione che si pubblica di seguito. Un punto di vista limpido sul lavoro profondo svolto dalla presenza dei gesuiti.

Contrariamente alle attese di pace e unità avanzate dalla globalizzazione, negli ultimi anni assistiamo ad un aumento del numero di conflitti in tutto il mondo con una grave minaccia per la pace mondiale. Una realtà di instabilità, polarizzazione e frammentazione è sotto i nostri occhi con un aumento di conflitti che vengono attribuiti a questione religiose ma di fatto dietro si celano interessi economici e politici. Ma è in questo contesto che non può non essere considerato lo sforzo silenzioso me costante per la pace e il dialogo che fanno i leader delle comunità religiose per rispondere alla violenza e alle tensioni politiche. Una narrazione nell’ordinario ricca di dialogo, collaborazione e solidarietà interreligiosa.

Una nuova era di dialogo e cooperazione interreligiosa ha preso forma sia a livello locale che globale, come dimostra lo storico Documento sulla Fraternità Umana del 2019, co-firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Sheikh Ahmed Al-Tayeb. Un’iniziativa interreligiosa senza precedenti ha sparso semi di speranza per l’unità nel contesto euro mediterraneo e non solo, che ha liberato nuove dinamiche interreligiose a servizio del Bene comune.

Un Documento che vedo prendere forma nella semplicità delle attività pastorali che la Compagnia dei Gesù realizza in Ciad attraverso il servizio sanitario nel Complesso Ospedaliero Le Bon Samaritain a N’Djamena e Goundi, le attività agricole con le cooperative di donne e le banche dei cereali a Mongo, le attività educative con la gestione delle scuole e i collegi nella periferia di N’Dajmena, a Sarh, a Mongo. Attività implementate dai gesuiti, insieme a diversi partner locali e internazionali (con il MAGIS presente in prima linea), che non hanno frontiere e che seminano speranza perché rivolte a tutti.

E così vedi giovani musulmani a pregare insieme durante la messa di apertura per l’anno accademico della facoltà di medicina de Le Bon Samaritain; giovani medici che vengono a Messa la mattina e sono a servizio totale dei pazienti (per lo più di altre religioni); donne cattoliche, protestanti, musulmane e animiste che lavorano insieme nelle cooperative agricole di Mongo per lottare contro l’avanzata del deserto e per arricchire la dieta alimentare; vedi uomini di tutte le religioni costruire insieme, sasso dopo sasso, le dighe per arginare l’irruenza dell’acqua durante la stagione delle piogge e migliorarne la gestione nel lungo periodo e gestire insieme le banche dei cereali rispettando, durante le riunioni, gli orari di preghiera di ciascuno. E poi ascoltare la testimonianza di una comunità musulmana nella brousse che, di fronte all’avanzata del radicalismo musulmano che chiedeva ai fedeli musulmani di interrompere la partecipazione alle iniziative dei cattolici, si è ribellata e ha detto no perché il dialogo, il lavoro svolto insieme, l’apprendere gli uni dagli altri fa crescere la comunità e non rappresenta nessun rischio alla conversione religiosa.

E allora il dialogo per la ricerca di soluzioni condivise, la costruzione insieme di strutture di sviluppo, il formarsi insieme sono tutte occasioni concrete che riducono la violenza e i conflitti, determinano un nuovo modus operandi che unisce verso un unico risultato condiviso e atteso.

Forse in Ciad i gesuiti non hanno da mostrare grandi sul numero dei nuovi battezzati (un tempo era l’indicatore se segnava l’impatto dell’attività religiosa), ma con le loro narrazioni e azioni di solidarietà stanno seminando le speranze globali di unità, fratellanza e universalismo più di altri discorsi e ideologie politiche secolari di oggi, collaborano giorno per giorno alla costruzione di società più inclusive e pacifiche.

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