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MAGIS Pace Il massacro di Amassagou e la drammatica situazione del Mali
Mali,

Il massacro di Amassagou e la drammatica situazione del Mali

134 persone sono state massacrate il 23 marzo scorso nel villaggio di Amassagou, nel Mali Centrale: bambini, donne e uomini di ogni età. Il giorno successivo il governo di Bamako ha risposto allontanando diversi alti ufficiali e sciogliendo una milizia (quella dei dogon), ritenuta responsabile della strage. Ma quest’ultimo grave episodio di violenza evidenzia come la situazione nel centro del Paese sia fuori controllo.

Già nel novembre 2108 un rapporto della Federazione internazionale per i diritti umani denunciava atrocità di massa compiute esclusivamente sulla base dell’appartenenza etnica e avvertiva: “l’escalation di violenze nel Mali centrale sta per diventare incontrollabile”.

È dal 2012 che il Mali vive una grave crisi sociopolitica iniziata con lo scoppio della guerra civile e un colpo di Stato militare. Sul territorio è presente da allora anche un contingente dell’esercito francese intervenuto in appoggio alla lotta contro i jihadisti che avevano occupato il nord del Paese.

L’affermarsi del fondamentalismo islamico sulla scena politica, sociale e religiosa in questi ultimi anni ha minato le fondamenta della laicità dello Stato (sancita dalla Costituzione del 1992) e la convivenza pacifica tra le diverse etnie e religioni: il 94,8% della popolazione è musulmana, il 2,4% cristiana e il 2% animista. Più del 40% dei maliani vive sotto la soglia di povertà e i più colpiti sono le donne e i giovani, che in mancanza di opportunità di integrazione sociale e socio-professionale, sono particolarmente esposti al rischio di radicalizzazione politica e religiosa. Molti di loro abbandonano i villaggi in cerca di lavoro nelle grandi città, ma spesso, anche a causa della mancanza di una formazione adeguata, finiscono in strada diventando vittime dell’alcool, della droga, della prostituzione e della criminalità. Altri giovani tentano di migrare in paesi limitrofi, sperando di arrivare in Europa. E in molti casi finiscono per diventare vittime della tratta e di abusi psicologici e fisici.

In questo difficile contesto, la comunità di gesuiti presente a Bamako si adopera per offrire ai giovani locali un’opportunità di formazione nel Centro Djoliba, un centro di documentazione e di formazione socio-politica, luogo di conferenze e dibattiti che mira a promuovere la pace, la leadership etica, il bene comune, l’insegnamento sociale della Chiesa nella prospettiva del dialogo inter-religioso e interculturale.

 

 

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