Gesuiti
MAGIS
Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Cultura Lok Manch e la storia di Ruzli
India,

Lok Manch e la storia di Ruzli

Ruzli, vedova beneficiaria del progetto Lok Manch, vive nel villaggio di Samalvat nello Stato del Gujarat, appartiene al gruppo tribale dei Rathwa, nome che deriva da un antico termine Dravidiano “Rathbistar” che significa abitanti delle foreste e delle colline.

Vedova da 7 anni, suo marito è morto a causa di un’anemia falciforme e lei è rimasta da sola ad occuparsi dei 3 figli.  Viveva con la famiglia del marito, come vuole la tradizione indiana, ma dopo la sua morte l’hanno cacciata. Troppe bocche in più da sfamare e la morte di un uomo in famiglia rappresenta la perdita di reddito. Ruzli si è trovata da sola con i figli piccoli, con una vita dura da affrontare, voleva farli studiare, ma non ce l’ha fatta.

Ruzli ha iniziato a lavorare come bracciante nei campi altrui cercando di far crescere al meglio i figli. Analfabeta, ignorava i suoi diritti, non sapeva che avrebbe avuto diritto ad una pensione sociale di vedovanza. Per vari anni ha vissuto senza supporto, ha lottato da sola. Racconta che ogni mese un gruppo di persone provenienti da Kawa conducevano degli incontri sul diritto al cibo e su quelli che sono altri diritti e programmi sociali previsti dalla legge, ma lei non aveva mai partecipato, “cosa avrebbero pensato le persone del villaggio?

Un giorno l’incontro formativo di Lok Manch si è svolto nella casa vicino alla sua, lei era sulla porta ed è stata invitata a partecipare. “Non ero a conoscenza di tutti i miei diritti, non sapevo di aver diritto ad una pensione, non sapevo niente di tutto ciò. Grazie al progetto Lok Manch e ai loro leaders di comunità sono venuta a conoscenza dei miei diritti”.

Così Ruzli ha fatto domanda per la pensione sociale di vedovanza, per ricevere le razioni alimentari a cui ha diritto  grazie alla AAY (Antyodaya Anna Yojana), diritto riconosciuto dal governo indiano. Ora riceve una pensione che le permette di vivere in modo dignitoso. “Sono felice e grata ai leader di comunità che mi hanno aiutato, mi hanno fatto conoscere i miei diritti e mi hanno  dato la spinta giusta per farli valere

 

Condividi

Progetti correlati