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Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Diritti fondamentali Un anno fa il terremoto. Ma l’impegno continua…
Nepal,

Un anno fa il terremoto. Ma l’impegno continua…

Il 25 aprile 2015, una forte scossa di terremoto di magnitudo 7.9 ha colpito il Nepal causando quasi novemila morti e distruggendo più di 600mila case. Il sisma, con epicentro a metà strada tra Kathmandu e la città di Pokhara, è stato il più forte nel Paese negli ultimi 81 anni.

Soccorsi sono arrivati da tutto il mondo. E anche la Compagnia di Gesù è scesa in campo. Gli aiuti sono stati convogliati sul Njsi (Nepal Jesuit Social Institute), opera sociale dei gesuiti, a Khatmandu. Nella capitale poi è stato creato un team centrale che ha coordinato oltre 20 persone sul campo (giovani laici e gesuiti).

«I giovani – spiega Sabrina Atturo, operatrice del Magis, che sta visitando in questi giorni i luoghi colpiti dal terremoto – sono stati scelti con un criterio interessante: i gesuiti hanno aiutato le famiglie più disastrate ricostruendo la casa e chiedendo al figlio di mettersi a servizio dei più bisognosi ricevendo un corrispettivo economico simbolico; altri giovani sono invece ragazzi che hanno studiato nelle scuole dei gesuiti e che si sono messi a disposizione. Tutti hanno superato la distinzione di casta ancora così presente nel Nepal hinduista e hanno dimostrato una grande solidarietà nei confronti di chiunque avesse bisogno. Questi ragazzi, di età compresa tra i 22 e i 27 anni, sono stati protagonisti dignitosi degli interventi di soccorso, orgogliosi della loro terra e del loro popolo. Vederli tutti insieme è uno spettacolo. Hanno lavorato in modo instancabile».

A testimoniarlo, il bilancio dei loro interventi. I gesuiti e i loro collaboratori hanno lavorato in undici distretti tra quelli più colpiti. Complessivamente hanno aiutato più di 13mila studenti ricostruendo 15 scuole e fornendo sedie, arredi per le classi, lavagne, libri di testo, kit per la scuola e per la ricreazione, uniformi scolastiche. Hanno inoltre sostenuto 1090 famiglie, portando loro vestiti caldi per l’inverno e ristrutturando le loro abitazioni. Sono anche stati costruite sei aree di sicurezza nelle quali donne e bambini possono trovare immediato rifugio in caso di nuove calamità.

«Si è trattato di uno sforzo importante per la Compagnia di Gesù – conclude Sabrina -. Ora, i gesuiti, che finora erano concentrati prevalentemente nel settore educativo, vogliono trasformare questo impegno in qualcosa di strutturale. Si sta pensando di trasformare il Njsi, che nasce sull’emergenza terremoto, nell’opera sociale della Regione gesuitica del Nepal. La linea è molto chiara e netta: aiutare i più poveri, i disabili, quelli dimenticati. Anche se i rapporti con il Governo non sono semplici. Ma i gesuiti sono determinati!».

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