Dopo le due violente scosse di terremoto del 2015 che hanno distrutto il Nepal, i gesuiti  hanno partecipato, sostenuti dalle reti internazionali della Compagnia di Gesù (delle quali fa parte anche il Magis), alle operazioni di soccorso e di ricostruzione. Nella fase iniziale è stato distribuito materiale di soccorso (teloni, coperte, stuoie, riso, cereali, olio, zucchero, sale, ecc), concentrando gli sforzi sulle scuole, fornendo materiali didattici, mobili, articoli di cancelleria, ecc. L’impegno ha coinvolto i religiosi, ma anche molti giovani laici. La spinta alla collaborazione ha portato i volontari a superare anche le distinzioni di casta molto presenti nel Nepal hinduista e hanno dimostrato una grande solidarietà nei confronti di chiunque avesse bisogno. Il bilancio degli interventi è stato positivo. I gesuiti e i loro collaboratori hanno lavorato in undici distretti tra quelli più colpiti. Complessivamente hanno aiutato più di 13mila studenti ricostruendo 15 scuole e fornendo sedie, arredi per le classi, lavagne, libri di testo, kit per la scuola e per la ricreazione, uniformi scolastiche. Hanno inoltre sostenuto 1.090 famiglie, portando loro vestiti caldi per l’inverno e ristrutturando le loro abitazioni. Sono anche stati costruite sei aree di sicurezza nelle quali donne e bambini possono trovare immediato rifugio in caso di nuove calamità.  L’impegno dei gesuiti nepalesi non si è concluso con la fase dell’emergenza. I gesuiti hanno deciso di trasformare questa organizzazione in una struttura permanente, che lavori per ridurre la vulnerabilità della popolazione.

Dove

Periodo

Destinatari

Nella fase di emergenza, gli aiuti dei gesuiti si sono rivolti soprattutto alle scuole e ai ragazzi nepalesi. Successivamente, sono stati organizzati progetti di sviluppo per assicurare condizioni di vita migliori alle popolazioni ai margini della società.

Contributo

Contesto

Il 25 aprile e il 12 maggio 2015 due forti terremoti (di magnitudo 7,4 e 7,8) hanno colpito duramente il Nepal. Le scosse hanno distrutto abitazioni, officine, monumenti e hanno causato più di ottomila vittime, oltre a migliaia di senzatetto. Fin dai primi giorni dopo il terremoto, i gesuiti sono scesi in campo per aiutare le popolazioni, soprattutto quelle delle aree più distanti dai centri e isolate. Gli aiuti provenienti dalle Ong e dalla Province gesuitiche di tutto il mondo sono stati convogliati sul Njsi (Nepal Jesuit Social Institute), opera sociale dei gesuiti locali, che ha sede a Khatmandu. Nella capitale poi è stato creato un team centrale che ha coordinato oltre 20 persone sul campo (giovani laici e gesuiti).  


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