Gesuiti
MAGIS
Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Pace Padre Jens: «Grazie MAGIS»
Iraq,

Padre Jens: «Grazie MAGIS»

Sono stati tre anni difficili. Tre anni pieni di sfide, tutte affrontate con determinazione e solidarietà. Ma, senza l’aiuto dall’estero (e, in particolare quello del Magis), tutto ciò sarebbe stato impossibile.

Dal 2014 al 2017 il monastero di Sulaymaniyah, nel Kurdistan, ha dovuto fare fronte all’emergenza rifugiati. La struttura, portata avanti da Jens Petzold, ha accolto 35 famiglie di sfollati cristiani della pianura di Ninive.

Una convivenza gioiosa, ma non semplice. Per il monastero Deir Maryam al-Adhra sono aumentati esponenzialmente i costi per provvedere cibo, acqua, elettricità e carburante.

«Specialmente l’elettricità era un problema enorme a causa delle continue interruzioni nella fornitura – osserva padre Jens -. Solo il carburante per il generatore (grande) ci è costato di più di sessantamila euro… Questo costo non era previsto».

Al termine dell’emergenza, i profughi hanno iniziato a rientrare nei loro villaggi. Anche il viaggio, però, è costoso. «Il rientro ai loro paesi e piccole città – continua padre Jens – è fondamentale affinché non si crei un vacuum che non si sa da chi sarebbe riempito. Perciò la nostra comunità li ha aiutati, pagando il viaggio e aiutandoli ad avviare piccole attività. Ciò ha avuto un discreto costo. Così come la costruzione della casa per le monache e le ospiti femminili».

L’impegno dei monaci però prosegue. Sono stati avviati corsi di lingua (curdo per arabi, arabo per i curdi e inglese per tutti). In estate è stato realizzato un progetto teatrale con un famoso regista tedesco, Stefan Otteni. La piece è stata messa in in scena per quattro giorni a Sulaymaniah e poi in tre campi di sfollati. Parallelamente sono state organizzate attività per bambini del quartiere. Cristiani, curdi, arabi insieme studiano le lingue e compiono escursioni in musei, gallerie.

Gli eredi del ricercatore Roberto Laganà hanno donato alla comunità circa cinquemila libri. Questi volumi formano l’inizio ufficiale della biblioteca per gli studi religiosi e il dialogo interreligioso.

«Siamo impegnato anche in un paese vicino di Sulaymaniyah dove vivono yazidi sfollati e curdi. Li c’è tanta voglia di partecipare ai corsi di alfabetizzazione, di lingua e di formazione al lavoro – conclude padre Jens -. La casa che abbiamo affittato lì è diventata un luogo di incontro per le donne del villaggio. Questi progetti sono stati possibili anche grazie agli aiuti provenienti dall’estero e, in particolare, quello offerto dal Magis. Senza il vostro aiuto non avremmo potuto fare nulla. Certo ci sono ancora tante necessità, ma senza vostro impegno non sarebbe stato impossibile continuare i progetti e le attività del monastero».

Condividi