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MAGIS Diritti fondamentali Quaresima: Siamo chiamati a vivere per gli altri
Burundi,

Quaresima: Siamo chiamati a vivere per gli altri

P. Védaste, direttore del Service Yezu Mwiza in Burundi

La riflessione di Padre Védaste Nkeshimana SJ, direttore del Service Yezu Mwiza in Burundi, ci accompagna in questa Settimana Santa esortandoci a fare un passo in più nel compiere gesti d’amore e di perdono tra di noi, concedendo gli uni gli altri un nuovo inizio. 

Di fronte al dolore, è normale sentirsi spaventati e agire per migliorare le cose. Qualsiasi persona di buona volontà si adopererebbe per aiutare coloro che non ce la fanno ad uscire da una situazione di sofferenza. Ecco perché è difficile capire la sofferenza di Gesù. Era forse impotente? Se colui che dovrebbe salvarci soffre, significa che c’è un’altra via d’uscita per gli afflitti? Le letture di questa domenica di Quaresima ci aiutano a vedere che è attraverso la sofferenza che Gesù viene glorificato. Ciò che per il mondo è sconfitta e vergogna, per lui è vittoria e gloria. Infatti, Gesù soffre perché l’amore trionfi tra gli uomini e perché ogni essere umano possa vivere in modo diverso, seguendo la via di Gesù.

Gesù ci insegna a vivere non per noi stessi, ma per gli altri. In altre parole, Gesù soffre per condividere con ogni uomo la vita di Dio, che non è altro che l’amore di Dio. È quindi importante conoscere la potenza dell’amore che spinge Gesù a soffrire con coraggio per la salvezza del mondo. Questo amore incondizionato e senza fine ha sempre caratterizzato l’agire di Dio. Quando Geremia parla di una nuova alleanza, non è perché gli Ebrei sono cambiati. È Dio che dà loro una nuova possibilità di riacquistare ciò che avevano perso a causa della loro infedeltà: “Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo” (Ger 31,33). Così, la nuova alleanza ha lo scopo di far capire agli Ebrei chi è il loro Dio ed è una libera iniziativa di Dio. Obbedendo a questo amore, Gesù compie la profezia di Geremia e tocca il cuore di ogni uomo, amando gli uomini fino alla fine.

La pandemia di COVID-19 ci ha fatto capire quanto dipendiamo gli uni dagli altri. Se tutte le nazioni si fossero mobilitate come una cosa sola contro il COVID-19, forse non ci sarebbero state tante vittime. Lo stesso si potrebbe dire per altre malattie come l’HIV/AIDS, la tubercolosi, ecc. Finché le persone non avranno compassione le une delle altre, finché le nazioni saranno governate dall’egoismo o dal tribalismo, l’amore incondizionato ed eccessivo di Dio sarà sempre necessario.

La sfida sta nel distinguere le nostre apparenti vittorie dalla vittoria di Gesù che ha sconfitto la morte. Se Gesù avesse combattuto nel modo abituale, avrebbe sconfitto tutti i suoi nemici. Ma questo trionfo sarebbe stato marginale. Per vedere il successo nel modo in cui lo vede Gesù, occorre guardare il mondo in maniera diversa, andando oltre i fatti, guardandolo con gli occhi della fede. “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”, dice l’evangelista Giovanni (Gv 12,24). Seguire Gesù significa concentrarsi sui frutti che i gesti d’amore producono, senza preoccuparsi del dolore che tali gesti possono comportare. Gesù è il chicco di grano morto per dar vita ad una spiga di cui godono tutti gli uomini. Avrebbe potuto avvalersi del suo essere il Figlio di Dio, ma ha rinunciato a tutti i suoi privilegi per innalzare gli esseri umani alla natura divina. Nel mondo si parla di diritti umani. Ma per il cristiano, seguire Gesù significa rinunciare a ciò cui si ha diritto per migliorare la vita dei più bisognosi.

Certo, si potrebbe pensare che l’amore è pericoloso se conduce a sofferenze come quelle subite da Gesù. Tuttavia, da questo amore traspare una grandezza che dovrebbe ispirare tutti i discepoli di Gesù. Non è stato facile per Gesù, il quale ha detto: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42). È obbedendo alla volontà di Dio che Gesù vince la paura. Ci viene ricordato che seguire Gesù non significa solo godere di momenti belli, cui gli esseri umani tendono naturalmente, ma accettare che la volontà di Dio prevalga sulle nostre paure e le nostre inclinazioni. Dobbiamo accogliere la cosa più importante che Gesù ci ha offerto: la sua vita. Ma la nostra vita non potrà essere la sua, se non viene donata come lui stesso si è donato a noi. Il suo amore trascende tutto.

“La Quaresima è un tempo privilegiato di conversione, digiuno e condivisione. Che questa settimana che conduce alla Pasqua ci aiuti a fare un passo in più nel compiere gesti d’amore e di perdono tra di noi, concedendo gli uni gli altri un nuovo inizio”.

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