Gesuiti
MAGIS
Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Educazione Risvegliare il cuore. L’editoriale di P. Renato Colizzi
Italia,

Risvegliare il cuore. L’editoriale di P. Renato Colizzi

Pubblichiamo di seguito l’editoriale di p. Renato Colizzi SJ, presidente del Magis, presente sull’ultimo numero della nostra rivista GMI. P. Renato ne introduce il tema centrale e filo conduttore in questo articolo scritto dalla Bolivia, dove si trova per completare il Terz’Anno, tappa conclusiva del percorso di formazione del gesuita.

Questo numero di GMI vuole essere un aiuto a conoscere le nuove Preferenze Apostoliche Universali della Compagnia, in una prospettiva missionaria e interculturale che è quella propria del Magis. Il lungo e partecipato processo che ha portato alla scelta di queste preferenze è approdato a individuarne quattro che vengono così enunciate nella lettera del Padre Generale del 19 febbraio scorso:

  • Indicare il cammino verso Dio mediante gli Esercizi Spirituali e il discernimento.
  • Camminare insieme ai poveri, agli esclusi dal mondo, feriti nella propria dignità, in una missione di riconciliazione e di giustizia.
  • Accompagnare i giovani nella creazione di un futuro di speranza.
  • Collaborare nella cura della Casa Comune.

Le Preferenze Apostoliche Universali sono tutte formulate con dei verbi all’infinito perché esse sono concepite come mezzi dinamici che intendono aiutare la Compagnia a seguire le mozioni dello Spirito e non tanto a perseguire obiettivi fissi e statici. Le Preferenze quindi sono orientamenti, e non priorità, per intraprendere un cammino che ci porterà al 2029, un cammino per una Compagnia sempre di più accanto a Gesù e in mezzo e al fianco dei poveri. Una Compagnia cosciente della sua piccolezza e felice di aprirsi a sempre nuove collaborazioni; tutti siamo invitati a rinnovare la nostra adesione a questa mínima Compañia colaboradora.

Il Padre Generale, Arturo Sosa, sottolinea che questo rinnovamento passa attraverso un cambiamento di attitudine che sarà più nel nostro modo di essere che di fare. Un’attitudine contemplativa della realtà e del mondo che ci circonda, questo mondo amato e redento da Dio al fine di abitarlo con le sue creature. Le Preferenze ci invitano quindi a ritrovare un senso vivo della presenza amante di Dio-comunione in ogni piccola cosa ma anche una consapevolezza acuta della minaccia che pesa su questo mondo a causa della tentazione dell’accumulo e dello scarto.

Siamo a un bivio: o l’Amazzonia, il bacino del Congo, le foreste indiane, i mari che uniscono i continenti, saranno il giardino del nostro comune destino o ne saranno la nostra discarica e il nostro cimitero. Se il cuore e i sensi non si convertiranno dall’inganno di “avere di più”, “essere più potente”, “contare di più” finiremo per lasciarci manipolare e fare dell’Amazzonia un bacino di sorgente idroelettrica e dell’Africa una distesa di monocolture. Spariranno popoli, lingue e culture ancestrali, resteranno le superpotenze anonime, affamate di profitto, ossessionate di primato, in un perpetuo e distruttivo esilio dalla Creazione buona del Dio della vita.

L’inferno e il paradiso cominciano già da questa vita e da questo bivio, vivremo laddove avremo scelto di vivere e dove ci saremo abituati a stare giorno dopo giorno: nella vuota e disperata corsa al consumo o nell’attesa confidente dei poveri e al fianco dei poveri.

Le Preferenze sono quindi un invito dolce e insistente a risvegliare il cuore per “tornare a casa”, per varcare, con umiltà e letizia, la soglia del giardino del creato con i sensi contemplativi così aperti da metterci al riparo dell’inganno di uno sviluppo senza sapore né volto. Quando il Signore elargirà questa grazia di un risveglio dei sensi, allora sarà come un trovarsi d’incanto avvolti dal vangelo della Creazione che ci ospita e nutre con tanta cura e affetto. Serviranno orecchie acute per sentire il bisbiglio degli alberi e lo scorrere lento dei fiumi. Per lasciarsi incantare dal fascino di lingue indigene e lontane, lasciarsi abbagliare dal colore di un passero o dallo sbocciare maestoso di un fiore tropicale.

Presso il villaggio in festa gli anziani hanno suonato fino all’alba con flauti e tamburi. I loro suoni si sono intrecciati amichevolmente con il fruscio della foresta immensa e oscura che ci circondava, mentre il crepitio del fuoco è rimasto inavvertito nel cuore dei veglianti. L’olfatto, il senso più coraggioso, ci aprirà con rispetto e semplicità all’incontro con famiglie che vivono sulla riva di un fiume o poggiate sul pendio di una cordillera. Ci avvolgerà l’intimità delle loro case, la fragranza del cibo cotto e consumato insieme, l’odore vero e forte dal letto dell’anziano malato.

Per il contemplativo in tutte le cose si dischiude una promessa di Dio. Saremo sorpresi un giorno di scoprire la grande riserva di eternità che il Signore ha riposto fin nelle più piccole cose e della insospettata continuità fra la creazione di qua e il paradiso di là. Arrivati alla mèta troveremo forse gli stessi fiori di campo che un giorno hanno salutato festanti l’incedere del nostro cammino?

Tutto questo non come un sogno chimerico ma come impegno di pazienza amorosa: persino la fatica avrà un volto lieto nei giorni dell’Amore.

P. Renato Colizzi SJ
Presidente della Fondazione Magis

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