Il presidente Salva Kiir e l’ex vice presidente Riek Machar partecipano in questi giorni al ritiro spirituale «per la pace» in Vaticano, presso la Domus Santa Marta.
Oltre ai due leader prendono parte all’incontro anche altri tre vicepresidenti designati (James Wani Igga,Taban Deng Gai e Rebecca Nyandeng De Mabior) e otto membri del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan. Papa Francesco ha infatti accolto la proposta dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, di organizzare un ritiro spirituale per le massime autorità civile ed ecclesiastiche del Sud Sudan.

«Ricerca ciò che unisce. Supera ciò che divide».
È il messaggio che accompagna la Bibbia, firmata da papa Francesco, consegnata ai partecipanti. Per tutti la speranza è che questo momento spirituale, di riflessione e di preghiera possa essere un  passo decisivo per una svolta in uno dei paesi più “giovani” (ha solo 8 anni) dell’Africa e già così profondamente segnato da una lotta sanguinaria.

L’impegno dei gesuiti in Sud Sudan
La parrocchia Santa Teresa a Rumbek, gestita dai gesuiti, è un punto di riferimento per molte persone traumatizzate da decenni di guerra e tuttora in situazione di estrema insicurezza e precarietà. Il complesso parrocchiale offre aiuti materiali (cibo, strutture per gli incontri comunitari e spazi ricreativi per i bambini), accompagnamento pastorale (formazione spirituale e condivisione della fede) e formazione professionale (attraverso il Centro Peter Claver).
Quest’anno in parrocchia è stato avviato, con il contributo del Magis, il programma di formazione che oltre a dare sostegno ai giovani che da anni vivono in un contesto di estrema violenza e insicurezza, offre loro corsi professionali che li metteranno in condizione di lavorare e produrre reddito per sé stessi e per le proprie famiglie.