Gesuiti
MAGIS
Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Cultura Ritorno in India
India,

Ritorno in India

Sono passati più di due anni dall’ultima missione della Fondazione MAGIS in India, un tempo lungo di assenza durante il quale l’incertezza per il futuro, il dolore per i numerosi decessi e le preoccupazioni per la ripartenza hanno viaggiato nel cuore di ognuno, ora è la guerra, prodotto umano, a creare volontariamente altro dolore, morte e distruzione.

Ma in India, sembra quasi tutto tornato alla normalità. All’arrivo a Nuova Delhi ci abbraccia un forte caldo che supera i 40° gradi, un’ondata inusuale, rare nel passato, ma che oggi stanno diventando sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Naturalmente ritroviamo il nostro cielo grigio dovuto allo smog, una caratteristica della città, considerata tra le più inquinate al mondo. L’azzurro del cielo e le stelle luminose, gli abitanti di Delhi sono riusciti a vederli durante il lockdown, ma probabilmente non se ne sono nemmeno accorti, prima impegnati ad assistere alla tragedia dei migranti e degli invisibili e poi disperati nel tentativo di salvare le vite dei propri cari.

Ora sono state eliminate tutte le misure restrittive, le mascherine o il fazzoletto per chi non ha soldi sufficienti per acquistare mascherina monouso, non sono più obbligatorie né all’esterno, né in luoghi al chiuso, nemmeno sui mezzi pubblici ne è più richiesto l’uso, sebbene molti, direi la maggioranza, continuano ad usarla mentre camminano per le strade polverose. Probabilmente è un modo di proteggersi anche da polvere e inquinamento.

Tornare in India è stato un pò come arrivare a casa dopo una lunga attesa, ritrovare gli amici lasciati, visitare luoghi vissuti, vedere i sorrisi delle persone incontrate e con cui si è condivisa una parte di cammino, ascoltare le loro domande in hindi senza riuscir bene a comprenderne il significato, ma leggere nei loro occhi la sorpresa e la gioia di ritrovarci. Questi sono i luoghi che racchiudono le tante storie di cui la Fondazione MAGIS è testimone.

Camminando per strada incontriamo una donna vestita del suo Sari elegante sebbene un pò scucito, porta delicatamente sulla testa 5 vassoi cartonati di uova, un centinaio di uova in tutto. Un bambino di 7 o 8 anni è seduto dietro ad un chiosco che vende vetrini per gli smarthphone, ha la testa tra le braccia, appoggiata sul banco in attesa di qualche cliente, forse si è alzato presto questo mattina, per qualche commissione e poi la scuola, e dopo una lunga e calda giornata, adesso seduto mentre sta lavorando, trova un po’ di riposo. Una nonna con un Sari rosa pallido ha per mano la nipote, piccola, minuta, due codine nere le adornano la testa, stanno andando al parco vicino casa. Il parco è l’unica area verde della zona, circondata da palazzi in cemento, ci sono molti bambini, ma anche tanti adulti, si cerca l’idea del fresco tra i pochi alberi ed il prato di un verde ingiallito. Tra i bambini che strillano, c’è qualcuno che fa ginnastica e altri che camminano ad una diversa andatura all’interno del piccolo parco circolare.

Al banco delle once di coccio c’è un gran affollamento, ci sono once di ogni misura e dimensione, per chi non ha un frigorifero è l’unico modo per mantenere l’acqua fresca. I chioschi più affollati sono quelle del cibo dove si può acquistare un panino fritto con circa 30 centesimi.

I tuk tuk corrono veloci e svicolano nel traffico, le auto suonano il clacson per annunciare la loro presenza, le moto e le bici arrivano da ogni lato, una donna è di guardia all’ingresso di un piccolo ospedale informale gestito da un’associazione caritatevole, mi siedo su un gradino per riposare dal caldo e lei con gentilezza mi offre la sua sedia. L’ospedale ha al suo ingresso un grosso banner: “Vaccinazioni Covid-19 gratuite per tutti”, sono i pochi resti di una pandemia che sembra passata, ma che ha lasciato tanta paura.

Ed è così che inizia la nuova missione della Fondazione MAGIS in India.

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