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Appello dei Vescovi, stop agli abusi delle imprese

Condividiamo la Dichiarazione “Ora più che mai, abbiamo bisogno di una due diligence obbligatoria della catena di fornitura per fermare gli abusi da parte delle imprese e garantire la solidarietà globale” sottoscritta da oltre 110 Vescovi in tutto il mondo. La Dichiarazione, pubblicata agli inizi di luglio 2020, chiede agli Stati di fermare con urgenza gli abusi in corso da parte delle imprese, introducendo una legislazione vincolante per regolamentare le loro attività e renderle responsabili a norma di legge.

Secondo i Vescovi, le nostre economie dovrebbero seguire valori di dignità e giustizia, ed essere rispettose dei diritti delle persone e dell’ambiente. L’abuso da parte delle imprese è diffuso e la crisi del Covid-19 ha aggravato la situazione soprattutto per le comunità più vulnerabili, che sono prive di protezione sociale. Le donne sono state ancora una volta le più colpite dalla crisi, e allo stesso tempo “questa pandemia ha messo a nudo la nostra interdipendenza e ha seminato il caos nelle catene di fornitura globali che collegano le fabbriche al di là dei confini nazionali, mettendo a nudo la nostra dipendenza da lavoratori vulnerabili che svolgono un lavoro essenziale in tutto il mondo”, si legge nella Dichiarazione.

I Vescovi invocano la solidarietà tra tutti i membri della nostra famiglia umana e affermano che il mondo ha bisogno di una legislazione adeguata affinché l’evasione fiscale, l’abuso dei diritti umani e sul lavoro, la distruzione di interi ecosistemi da parte delle imprese subisca una battuta di arresto. I Vescovi sostengono che di fronte al fallimento di regolamenti volontari, la legislazione obbligatoria per regolamentare le imprese transnazionali è l’unica opzione efficace per proteggere le comunità e curare la Casa comune.

Mentre alcuni Paesi europei hanno già una legge di due diligence o ne stanno elaborando una, l’UE sta cercando di armonizzare l’attuale mosaico per costruire una normativa europea. Accogliendo tali sviluppi, la dichiarazione dei Vescovi invita i leader degli Stati anche a far avanzare con coraggio la legislazione vincolante a livello di Nazioni Unite attraverso un impegno concreto in linea con i Trattati internazionali.

La dichiarazione dei Vescovi rimane aperta per raccogliere ancora più firme, soprattutto in vista del prossimo ciclo di negoziati per uno strumento giuridicamente vincolante per le imprese e i diritti umani alle Nazioni Unite.

Paesi di provenienza dei Vescovi firmatari: Argentina, Austria, Belgio, Bolivia, Brasile, Repubblica Centrafricana, Ciad, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Ecuador, Egitto, Etiopia, Francia, Germania, Guatemala, Honduras, India, Italia, Lussemburgo, Malawi, Messico, Marocco, Myanmar, Paesi Bassi, Paraguay, Perù, Filippine, Portogallo, Porto Rico, Sudafrica, Sri Lanka, Svizzera, Uganda. 

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