Continua il sostegno all’educazione dei bambini
Nella Repubblica centrafricana gli scontri sul campo sembrano cessati. Le tensioni più accese paiono essersi placate. L’elezione di Fasutin-Archange Touadéra alla Presidenza della Repubblica ha riportato un po’ di stabilità politica. La visita di Papa Francesco, avvenuta a fine novembre 2015, ha poi rasserenato gli animi della popolazione. «Nessuna violenza può essere commessa in nome di Dio», ha detto in quell’occasione il Pontefice, aggiungendo: «Tra cristiani e musulmani siamo fratelli dobbiamo dunque considerarci come tali, comportarci come tali. Sappiamo bene che gli ultimi avvenimenti e le violenze che hanno scosso il vostro Paese non erano fondati su motivi propriamente religiosi. Chi dice di credere in Dio dev’essere anche un uomo o una donna di pace. Cristiani, musulmani e membri delle religioni tradizionali hanno vissuto pacificamente insieme per molti anni. Dobbiamo dunque rimanere uniti perché cessi ogni azione che, da una parte e dall’altra, sfigura il Volto di Dio e ha in fondo lo scopo di difendere con ogni mezzo interessi particolari, a scapito del bene comune». Il riferimento era agli scontri, iniziati nella primavera del 2013, tra le milizie Seleka, a maggioranza islamica, e quelle anti-Balaka, a maggioranza cristiana. Scontri che sono degenerati in guerra e hanno instillato nella società centrafricana, che fino ad allora aveva convissuto pacificamente, il seme dell’intolleranza religiosa.
Nonostante quindi sul terreno non si combatta più, le istituzioni locali e quelle internazionali dovranno lavorare in profondità per rimuovere le cause della povertà e del sottosviluppo che sono alla base della guerra civile. La maggioranza della popolazione vive con meno di due euro al giorno, la disoccupazione è elevata e l’economia è ancora prevalentemente legata a un’agricoltura di sussistenza. Le risorse minerarie (uranio, diamanti, oro,ecc.) sono gestite in modo tale che le rendite non diventino patrimonio comune e non si trasformino in servizi per i cittadini.
In questo contesto, la Caritas, la CVX e l’Associazione ITAKWE (“Fratello di tutti” fondata in onore di Flavio Quell’Oller) hanno avviato un progetto che ha permesso l’iscrizione a scuola a 145 bambini. Per seguire e accompagnare al meglio i bambini si è costituito un Comitato composto dai rappresentanti appartenenti alle due organizzazioni, con il compito prevalente di monitorare il percorso scolastico di ognuno; dopo aver provveduto all’iscrizione e a versare le dovute rette alla scuola (aumentate notevolmente quest’anno), il comitato ha distribuito il materiale didattico e le divise. Il comitato inoltre interviene sulle difficoltà che i bambini incontrano a scuola e a casa provvedendo, dove possibile, ad aiutare ulteriormente il bambino integrando l’alimentazione di base e sostenendo le spese sanitarie.
Questa iniziativa è stata sostenuta dal Magis che l’ha inserita tra i #progettokmzero cioè una delle modalità attraverso la quale promuovere lo sviluppo e la crescita economica, porre in essere azioni efficaci e costruire relazioni basate sulla giustizia sociale.
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