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Emergenza Covid19 nel “Sertao”, la risposta dei gesuiti

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Nella messa di Santa Marta del 20 aprile 2020, Papa Francesco ha invitato i politici di tutti i paesi a mettersi al servizio dei cittadini e di operare per il bene comune a discapito degli interessi del proprio partito, soprattutto in questo periodo di emergenza: “Ognuno di noi deve fare la sua parte per il Bene Comune”. E così anche padre Nichele Xavier SJ, missionario da 60 anni a Capim Grosso nel sertao Brasiliano, di fronte alle forte pressioni che chiedono la riapertura immediata delle attività commerciali, ha sentito la necessità e l’urgenza di richiamare tutti pubblicamente al buon senso.

Attualmente a Capim Grosso, grazie alla coraggiosa decisione da parte delle autorità politiche di chiudere tutte le strade e ordinare il lockdown, i contagi sono stati fortemente limitati ma cosa accadrà se tutti gli sforzi fatti saranno annullati da una ripresa precoce e totale delle attività? E’ stata così indetta una riunione alla presenza dei rappresentanti delle autorità civili, dei sindacati e delle categorie dei commercianti per decidere sulla riapertura o meno delle attività commerciali.

Padre Xavier, in un video divulgato tramite i social media Facebook e Instagram, ha invocato il buon senso e ha invitato i rappresentanti politici alla responsabilità e a lavorare per il bene comune. Le sue parole sono state: “non siate irresponsabili, non abbiate paura, il momento esige l’unità: rimaniamo uniti proprio come ci ricorda Papa Francesco”.

Ma anche in Brasile il coronavirus rivela la vera anima di una comunità che si divide tra chi genera confusione e disinformazione oppure parla con superficialità o ignoranza e chi ha paura e si chiude finendo per ascoltare la voce di chi grida più forte a discapito della verità….”ma tutti siamo importanti di fronte a Dio e tutti dobbiamo remare insieme, perché ognuno di noi deve far la propria parte per il bene comune e dobbiamo essere uniti se vogliamo vincere”, come ci ricorda Papa Francesco.

Ciò che preoccupa in questo momento, anche più del virus, è la fame. Il governo ha promesso alle categorie più svantaggiate, ai piccoli commercianti e agli ambulanti di strada un sussidio economico di circa 130 euro per tre mesi a persona. Queste categorie sociali sono fuori dal sistema pubblico di previdenza sociale, come il  Sistema Unico de Saude oppure fuori dal programma “Bolsa Familia” che raggiunge oltre 40 milioni di famiglie povere. Ma quanto è stato promesso non è ancora arrivato, per cui i poveri si riversano in strada e la situazione sociale peggiora sempre di più, con essa anche quella sanitaria.

Padre Xavier e i suoi collaboratori hanno messo in campo a Capim Grosso molte attività  per rispondere all’emergenza Coronavirus:

  • raccolta di viveri nella parrocchia,
  • produzione di mascherine grazie a 10 macchine da cucire presenti nella “Casa do Menor”, struttura di accoglienza per minori in difficoltà,
  • sostegno delle politiche pubbliche nell’organizzazione della didattica a distanza grazie all’esperienza della Scuola Famiglia Agricola nel campo della PEDAGOGIA DI ALTERNANZA. La didattica a distanza è molto importante e potrebbe essere estesa a tutte le 25 scuole presenti a Bahia. L’efficacia di questo metodo di insegnamento è stata confermata durante la quarantena perché i ragazzi della Scuola Famiglia Agricola sanno organizzarsi meglio rispetto agli alunni delle scuole pubbliche. Anche il Ministero della Pubblica Istruzione ha apprezzato tale metodo anche se lo considera costoso e di difficile attuazione.
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