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MAGIS Diritti fondamentali Nei campi profughi i rifugiati Tamil affrontano il Covid-19
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Nei campi profughi i rifugiati Tamil affrontano il Covid-19

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Nei campi profughi i rifugiati Tamil, come la maggioranza dei poveri, basano la loro sussistenza su lavori a giornata in negozi o nelle fabbriche in prossimità dei campi. A seguito del lockdown e la chiusura di tutte le attività circostanti si sono ritrovati senza lavoro, di nuovo segregati ed abbandonati, con ridotta possibilità di reperire i beni primari come cibo, acqua, medicine. Il governo ha adottato dei provvedimenti per far fronte all’emergenza Covid-19, programmi sociali e di sostegno al reddito per la popolazione ma i rifugiati non rientrano tra i beneficiari.

La situazione all’interno dei campi profughi in Tamil Nadu è estremamente precaria, Padre Louie SJ, Direttore Regionale del Jesuite Refugee Service (JRS) dell’Asia del Sud dice “I rifugiati sono una delle fasce più vulnerabili e a rischio contagio sia per le ardue condizioni di vita a cui sono costretti, dove l’adottare misure di distanziamento sociale risulta impossibile, sia per l’assenza di kit igienici e di acqua e per il difficile accesso a servizi sanitari ed a strumenti di protezione” .

Il JRS, con l’aiuto di altre organizzazioni umanitarie, sta cercando di alleviare le sofferenze dei rifugiati Tamil e far fronte alle numerose difficoltà e necessità. Tutte le attività ordinarie sono sospese ma gli operatori continuano a fornire supporto ai rifugiati. La protezione degli operatori JRS, che si recano giornalmente nei campi profughi, è garantita dall’attuazione e rispetto di protocolli, raccomandazioni e linee dell’UNHCR. I Centri Studio Arrupe, aule – centri studio dove il JRS organizza solitamente vari programmi educativi ed informativi per bambini ed adulti, ai tempi del Covid-19 vengono utilizzati per effettuare i test e le visite mediche ai rifugiati, per distribuire beni alimentari di prima necessità.

I giovani rifugiati membri degli Youth Clubs (Gruppi Giovani), che hanno ricevuto una formazione specifica sull’ “Educazione alla Pace”, hanno avviato un’attività di sanificazione con spray antisettico e disinfettante naturali nei campi in cui vivono. Stanno inoltre facendo campagne informative sulla pericolosità e sulle modalità per proteggersi dal Covid-19. Gli studenti che frequentano i Centri Studio hanno invece preparato pannelli e manifesti da appendere in diverse aree all’interno dei campi di rifugiati.

Anche le donne danno il loro contributo nella lotta al Covid-19. I Centri di Formazione Professionale gestiti dal JRS, dove le ragazze che abbandonano gli studi frequentano corsi di sartoria e ricamo, sono diventati dei laboratori per la produzione di mascherine in cotone, lavabili e riutilizzabili. Le mascherine professionali sono poche e non accessibili ai rifugiati, quindi quelle di cotone fatte dalle giovani donne rifugiate e distribuite gratuitamente all’interno dei campi, sono  essenziali in questi luoghi sovraffollati. Il JRS sta facendo il possibile per impedire la diffusione dei contagi all’interno dei campi profughi: “non sappiamo la reale portata e durata del Covid-19 e sicuramente i rifugiati ne stanno già sentendo gli effetti sia per l’ulteriore isolamento che per l’incertezza della situazione in cui sono nuovamente ricaduti, per le difficoltà nel provvedere al sostentamento delle famiglie sia per il presente che per il futuro”, Padre Louis.

Puoi sostenere le attività del Jesuit Refugee Service in India con una donazione su https://www.fondazionemagis.org/come-ci-puoi-aiutare/#donazioni 

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