Prosegue l’impegno per aiutare i rifugiati in India. La pandemia ha aggravato la loro già precaria situazione, rendendo più difficile la vita dal punto di vista socio-economico ed aumentandone lo stigma, la xenofobia e la discriminazione. Il progetto si propone di rafforzare la resilienza delle donne rifugiate mettendole nelle migliori condizioni possibili per poter affrontare e sostenere la gestione dell’economia familiare.

Le donne rifugiate che vivono nelle periferie urbane di Delhi e nei campi profughi in Tamil Nadu si sono trovate ad affrontare delle situazioni complicate, soprattutto se come capi famiglia, devono provvedere da sole ai loro figli e alla famiglia allargata. Per questo, insieme al servizio Jesuit Refugees Service (JRS) India, supportiamo le donne nella ricostruzione di un percorso di vita attraverso la formazione finalizzata all’avvio di piccole attività produttive.

A Nuova Delhi, le donne rifugiate dall’Afghanistan e dallo Stato del Chin (in Myanmar), dopo una prima formazione, hanno iniziato a lavorare con la stoffa, i primi prodotti realizzati sono state delle lenzuola e dei kits per la cucina composti da grembiule, guanto e presina, che hanno poi venduto ad altre famiglie rifugiate. Questa attività, che al momento non rappresenta ancora un reddito sicuro, permette alle donne di acquisire nuove abilità e trovare uno spazio per stare insieme, condividere e raccontarsi. In cantiere c’è l’idea di creare anche una linea di vestiti che potrà costituire per le donne una vera e propria fonte di reddito.

In Tamil Nadu, sono stati identificati 3 campi profughi in cui avviare la produzione di assorbenti igienici ecologici, lavabili e riutilizzabili, mentre in altri 4 campi sono state costituite delle unità di formazione specifica per creare nuove attività economiche. All’interno dei campi profughi sono stati costituiti dei gruppi di auto-aiuto formati da giovani donne e ragazze per riflettere sull’economia domestica e per creare una maggiore consapevolezza rispetto all’importanza dell’autonomia economica per le donne, sia per il benessere personale ma anche per quello della famiglia e della comunità. Sono stati organizzati periodicamente incontri sia sull’igiene intima e mestruale con lo scopo di informare le donne sulle buone pratiche per una corretta salute intima. L’obiettivo è dunque quello di migliorare il benessere psicosociale e contribuire alla resilienza a lungo termine delle donne rifugiate che vivono nelle periferie urbane di Nuova Delhi e nei campi profughi in Tamil Nadu.

Dove

New Delhi, Delhi, India

Periodo

2020-2022

Destinatari

3490 rifugiate nei campi profughi in Sri Lanka e rifugiate urbane a Delhi. Emergenza Covid-19, JRS (India).

Contributo

Contributi privati

Contesto

L’India continua ad essere il secondo paese al mondo più colpito dalla pandemia, il peso del lockdown, imposto durante diversi mesi, ha colpito le comunità più emarginate e specialmente i rifugiati, a causa della perdita di mezzi di sussistenza e della mancanza di cibo, di alloggio, di salute e di altre necessità di base. Delhi continua ad essere un hotspot per il numero di casi positivi e di morti. A Delhi sono stati registrati 40.859 rifugiati urbani e richiedenti asilo presso l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), principalmente cittadini afgani, del Myanmar e somali. Anche il Tamil Nadu, dove si registrano ancora 59.573 rifugiati dello Sri Lanka che vivono in 107 campi profughi governativi, è al secondo posto per il numero di casi positivi da Covid-19. La pandemia ha avuto un forte impatto sulle condizioni di vita dei rifugiati in India, con la diminuzione delle opportunità di lavoro, la perdita dei mezzi di sussistenza, la paura di essere contagiati a causa del sovraffollamento dei campi, l'inadeguatezza delle strutture igieniche di base e l'insicurezza alimentare e finanziaria. I rifugiati dipendono in larga misura dai limitati fondi erogati dal governo, da piccoli prestiti locali e dagli aiuti di soccorso delle organizzazioni della società civile.


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