In un contesto complicato e complesso, oltre che pericoloso, come quello della Repubblica democratica del Congo, MAGIS e Jesuit Refugee Service realizzano programmi di sostegno rivolti sia agli sfollati che alla popolazione locale nel Nord Kivu.

A Masisi, i programmi sono rivolti agli sfollati che vivono nei campi di Bukombo, Bushani, Kalinga e Katale. In totale 3.781 famiglie e 14.142 persone, sia popolazione locale che sfollati. Attualmente a Masisi ci sono due progetti attivi: uno per il sostegno psicosociale e di emergenza (per un totale di 609 famiglie di rifugiati e sfollati interni che vivono nei campi) e uno per l’istruzione. Vengono sostenute 105 scuole secondarie della vasta area con kit scolastici, uniformi, riabilitazioni scolastiche, supporto agli insegnanti e preparazione all’esame di Stato. Inoltre, c’è la presa in carico di 100 ragazze vittime di violenza sessuale che vivono nei campi profughi di Bukombo e Bushani. Nel 2018 sono state inaugurate nuove strutture ed è stata avviata una collaborazione con la Loyola University di Kinshasa per consolidare i curricula in informatica e scienze agro-veterinarie.

In Mweso, vengono serviti gli sfollati e le popolazioni locali di Mweso, Kashuga, Kalembe, Ibuga e Kitchanga – circa 29.176 persone in totale. I programmi sono simili a quelli di Masisi. Sia Masisi che Mweso sono aree molto pericolose per gli stranieri con un alto tasso di rapimento e di omicidi.

Nella città di Goma, la capitale del Nord Kivu, ci sono due progetti rivolti ai più piccoli: il sostegno alla scolarizzazione dei bambini rifugiati burundesi e la ristrutturazione del carcere minorile bruciato lo scorso anno. Il progetto prevede la fornitura di cibo e istruzione primaria e secondaria ai giovani detenuti.

Il MAGIS sostiene l’impegno del Jesuit Refugee Service, soprattutto nella zona settentrionale nel Nord Kivu, nel garantire che tutti i programmi nel Paese siano coordinati in modo efficiente dal Direttore Nazionale e dallo staff locale in modo che sia possibile focalizzarsi sulla gestione programmatica e finanziaria delle operazioni, si sia in grado di reagire con tempestività alle emergenze correnti e future, garantendo supporto logistico e sicurezza.

Dove

Nord-Kivu, Repubblica Democratica del Congo

Periodo

Destinatari

Il progetto raggiunge circa 17.000 persone nel Nord Kivu, e lo fa in tre località: Masisi, Mweso e Goma.  

Contributo

Donatori privati

Contesto

La Repubblica democratica del Congo (RDC) è stata oggetto di continue violenze dall'inizio della guerra civile nel 1995. Mentre la guerra si è tecnicamente conclusa nel 1998, la realtà è che la violenza non si è mai fermata.  Le aggressioni, le violazioni dei diritti umani e la fuga sono ancora molto frequenti.  L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha riferito che nel dicembre 2017, 5 milioni di congolesi sono stati costretti ad abbandonare le loro case.  Di questi, 600.000 sono rifugiati che vivono in altri paesi, e 4,4 milioni di congolesi sono sfollati nella stessa DCR. Negli ultimi anni, la violenza è diventata particolarmente devastante nelle zone rurali come la provincia del Nord Kivu, adiacente al Ruanda e all'Uganda al confine orientale della RDC (vedi mappa sotto).  Nel Nord Kivu, le radici della violenza si trovano in più di 20 gruppi armati che combattono per le risorse naturali e la terra.  In combinazione con un governo nazionale inefficace e corrotto e con una generale mancanza di istruzione e di sviluppo economico, migliaia di famiglie sono state costrette a fuggire dalle loro case.  Le loro storie sono dolorosamente simili: attacchi, omicidi, reclutamento forzato in gruppi armati, perdita della casa e dei mezzi di sussistenza, crollo dei servizi sociali.  Il numero di sfollati interni (IDP), il loro trauma e il loro bisogno di sostegno ha portato molte comunità della provincia a un punto di rottura. Secondo l'Indice di Sviluppo Umano (HDI) dell’UNDP del 2018, la RDC si trova in 176 dei 187 Paesi. Le cifre mostrano che il 77% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà del reddito di 1,90 dollari al giorno. La distribuzione spaziale della povertà mostra che le zone rurali sono più colpite delle aree urbane con un tasso di povertà superiore al 90%. La situazione attuale, con l'aumento dei conflitti e il raddoppio degli sfollati interni nel Nord Kivu, ha fatto sì che i livelli di povertà abbiano raggiunto il minimo storico. L'assistenza umanitaria è vitale se si vogliono ripristinare la speranza e la dignità della popolazione.


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