Di fronte al succedersi sempre più frequente di periodi di carestia e all’evidente lenta risposta delle istituzioni keniane, il Jesuit Hakimani Centre con il sostegno del Magis, oltre all’azione continua di intervento immediato con aiuti in generi alimentari, sta realizzando un’azione di studio, informazione e pressione sulle istituzioni del paese, affinché il problema della sicurezza alimentare sia conosciuto a fondo da tutti gli stakeholder e torni al centro dell’agenda politica, soprattutto per quanto riguarda le strategie di prevenzione.

Dal mese di settembre 2014 è così cominciato uno studio sul campo: i ricercatori hanno raggiunto le singole comunità locali delle aree interessare (aree del Nord ed Est del Kenya: Lodwar, Marsabit, Samburu, Garissa, Malindi e Mombasa) indagando i possibili meccanismi che in quelle aree potrebbero migliorare l’accesso e la disponibilità dei prodotti alimentari di base accanto ad una serie di convegni e conferenze di sensibilizzazione sulla problematica. A conclusione della ricerca effettuata sarà presentato un Rapporto Finale e un Piano d’Azione che costituirà la base per le successive attività di advocacy e policy nei confronti delle istituzioni.

Circa metà della popolazione – 43 milioni di persone – vive sotto la soglia di povertà o è incapace di colmare i propri bisogni nutrizionali quotidiani. Più del 75% della popolazione abita in aree rurali e vive di agricoltura di sussistenza. Circa il 70 % dei poveri vive nelle regioni del Nord del Kenya e della fascia costiera, dove negli ultimi dieci anni l’insicurezza alimentare ha raggiunto livelli sempre più elevati.
Nelle zone aride e semiaride del Nord e dell’Est del paese, l’ultima siccità di grandi proporzioni si è verificata nel 2011 ed ha causato sfollamenti e lotte intertribali non solo nelle contee del nord ma anche in Etiopia e Somalia. Durante la carestia, 4 milioni di persone hanno avuto bisogno di assistenza alimentare.

Vari sono i fattori che incidono sulla sicurezza/insicurezza alimentare di cui sono vittime le fasce più deboli della popolazione: frequenti siccità in varie zone del paese, alti costi della produzione di cibo a livello nazionale anche per l’uso di fertilizzanti costosi, alto numero di agricoltori concentrati nelle aree ad alto rendimento agricolo, basso potere di acquisto di un’ampia parte della popolazione, mobilità della forza lavoro giovane verso altri settori produttivi più promettenti, scarsi investimenti in agricoltura a causa della bassa produttività e degli scarsi profitti.

Ad oggi le riserve d’acqua si stanno lentamente esaurendo, si contano già gravi perdite di bestiame a causa della mancanza d’acqua e dei pascoli sempre più secchi. L’acqua nei pozzi, unica fonte ancora disponibile nel paese, è sempre più inadatta al consumo umano a causa di un aumento della salinità.

“Se la siccità continua, la nostra vita, in particolare quelli dei nostri figli, è in grave pericolo. Faccio appello al governo della contea e alla comunità internazionale per venire in nostro aiuto” questo l’appello di Mohamed Jelle Salat, 45 anni, che vive di allevamento a Gababa Village in Ijara Sub-Contea, una delle più colpite dalla carestia.

Il progetto è chiuso

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Kenya

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In Kenya, circa metà della popolazione - 43 milioni di persone - vive sotto la soglia di povertà o è incapace di colmare i propri bisogni nutrizionali quotidiani. Più del 75% della popolazione abita in aree rurali e vive di agricoltura di sussistenza. Circa il 70 % dei poveri vive nelle regioni del Nord del Kenya e della fascia costiera, dove negli ultimi dieci anni l’insicurezza alimentare ha raggiunto livelli sempre più elevati.

Contributo

Contesto

Secondo le proiezioni della Banca Mondiale, il Kenya è un paese con ampie prospettive di crescita a lungo termine. I numerosi investimenti in infrastrutture, lo sviluppo di snodi commerciali regionali, i graduali miglioramenti nella governance e nel settore pubblico sono sotto gli occhi di tutti.

Tuttavia la riduzione della povertà rimane ancora una sfida. Secondo il rapporto «October To December 2013 Short Rains Season Assessment Report» del Kenya Food Security Steering Group (Kfssg), la popolazione bisognosa di urgente assistenza umanitaria in Kenya è cresciuta di più del 50 per cento da Agosto 2013 a Febbraio 2014 a causa della prolungata siccità.


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