Due vivai per salvare la biodiversità

Almeno un sesto delle specie vegetali del mondo sono originarie dell’Africa. Nel continente sono infatti presenti tra le 40 e le 60mila specie, di cui circa 35mila sono endemiche. Le nazioni più ricche di biodiversità sono la Repubblica Democratica del Congo e il Madagascar. È un patrimonio importante anche se non è il più ricco del mondo. Il Sudamerica, in confronto, conta su circa 90mila specie di piante in un’area il 40% più piccola.
Non per questo, però, la ricchezza vegetale africana va trascurata o, peggio ancora, distrutta. Questa varietà è indispensabile per mantenere intatto il delicato equilibrio biologico continentale, ma è importante anche perché evita lo squilibrio climatico, aiuta l’agricoltura e le attività industriali (pensiamo al comparto farmaceutico e a quello turistico). Questa ricchezza, però, èmessa in pericolo dai forti cambiamenti climatici che, privando il suolo delle precipitazioni, lo inaridiscono, e da un’attività incontrollata di disboscamento da parte delle comunità locali in cerca di legname e terreni fertili.
In Ciad, padre Serge, un gesuita francese che vive a Mongo, ha avviato un progetto, sostenuto dal Magis, per salvaguardare la biodiversità. Il progetto, sostenuto dal Magis, è partito nel 2014 su un terreno a Moundjino. Grazie alla presenza di un esperto in arboricoltura, è stato fatto un censimento delle essenze presenti in natura. Si è poi proceduto a recuperare nella boscaglia alcuni alberi di queste specie e li si è trapiantati nel vivaio. Ogni pianta classificata ha una targhetta di riconoscimento in francese, arabo e lingue locali. Questo permetterà di riconoscere l’essenza e sarà più facile per studiare le condizioni di reimpianto.
Il progetto, però, vuole avere anche un intento formativo. È per questo motivo che è stato creato un secondo sito a Oyo accanto a una scuola di istruzione primaria. Questo istituto ha nel suo programma la formazione di esperti in agraria mediante l’affiancamento degli insegnamenti teorici a un’attività pratica nel vivaio. Ciò è fondamentale per consentire ai giovani di imparare sul campo le diverse tecniche arboree. Saranno poi loro a tornare nei villaggi e a insegnare le tecniche ai ragazzi affinché si possano creare in ogni scuola.
A Moundjino saranno poi coinvolti gruppi di donne. Ogni gruppo studierà le specie commestibili; le tecniche di compost e irrigazione a goccia; la piantumazione e l’organizzazione di un vivaio. Tecniche che applicheranno poi nei loro villaggi.
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