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MAGIS Diritti fondamentali Eco-cucine a basso consumo
Ciad,

Eco-cucine a basso consumo

cucine ameliorées

A Mongo, nella regione del Guéra, il progetto delle eco-cucine a basso consumo di legna per contrastare la desertificazione e migliorare le condizioni di vita della popolazione locale cristiana e musulmana è un esempio concreto di come la convivenza pacifica richiamata nel documento sulla Fratellanza Umana si incarni nella vita quotidiana delle persone

Il 1° dicembre 2019 è partito il progetto pluriennale “Lotta contro la desertificazione in Ciad mediante la produzione di eco-cucine a basso consumo di legna“, cofinanziato dal MAGIS e, con un finanziamento semestrale, dalla Fondation Prince Albert II de Monaco.

Il progetto, che ha come obiettivi la tutela dell’ambiente, la lotta contro la desertificazione e il miglioramento della qualità di vita delle donne, è gestito in loco dal Vicariato Apostolico di Mongo (nella regione del Guéra) che negli ultimi anni, con il sostegno di tutta la popolazione musulmana e cristiana, ha realizzato vari interventi di sviluppo economico e sociale, tra cui la piantagione di alberi e la creazione di vivai, pozzi, dighe e banche del grano. Collaborano con il Vicariato l’Associazione AURA (equivalente alla Caritas diocesana, operante nei tre settori dell’educazione, della sanità e dello sviluppo rurale) e l’Associazione ACDAR (il cui nome in lingua locale significa “verde”, fondata nel 2000 dai padri gesuiti del Vicariato Apostolico di Mongo per la protezione dell’ambiente e la lotta contro la desertificazione) che, grazie al prezioso contributo del gesuita Pietro Rusconi, fornisce competenze tecniche e professionali per la costruzione di cucine e la formazione di tecnici locali.

Il contesto locale

Il Ciad è un Paese grande quattro volte l’Italia, situato nel cuore dell’Africa, nel Sahel. Due terzi del suo territorio sono costituiti dal deserto. Le ricorrenti crisi politico-militari, unite a condizioni ambientali estremamente sfavorevoli (siccità nella stagione secca e inondazioni nella stagione delle piogge) ne hanno seriamente compromesso lo sviluppo. Il Ciad è, infatti, uno dei paesi più poveri del mondo, dove i servizi di base non sono sufficientemente garantiti. L’economia è essenzialmente agricola e di sussistenza, basata sulla coltivazione di prodotti agroalimentari (in particolare il miglio). Il settore secondario, che rappresenta solo il 20% del PIL, è sottosviluppato e risente dell’elevato costo dell’energia e del petrolio.

Il sistema ecologico è seriamente minacciato dalla deforestazione, dal degrado del suolo, dalla desertificazione, dall’esaurimento delle falde acquifere, dallo sfruttamento abusivo e incontrollato delle risorse naturali, dall’esodo rurale e dall’espansione urbana non regolamentata. Tale degrado espone i gruppi più vulnerabili alla povertà e alle migrazioni interne ed esterne.

Dal focolare tradizionale alle eco-cucine a basso consumo

Le donne sono particolarmente svantaggiate a causa dell’analfabetismo, delle gravidanze ravvicinate e delle pesanti faccende domestiche. Tra i compiti più gravosi vi è quello della ricerca e raccolta della legna per cucinare, che richiede molto tempo, a causa della scarsità degli arbusti, e che costringe le donne ad allontanarsi sempre più dalle loro case, esponendole talvolta anche a rischi di aggressione. Inoltre, la continua distruzione dei cespugli, insieme all’abbattimento abusivo degli alberi, favorisce l’avanzamento annuale del deserto.

Il focolare tradizionale utilizzato per cucinare (un buco nel terreno riempito con grandi pezzi di legna e sovrastato da tre pietre che sostengono la pentola) richiede molta legna, disperde una grande quantità di calore ed è nocivo per le alte temperature e il fumo prodotti. I fornelli solari hanno avuto scarso successo nel Guéra per la novità della tecnica e perché devono essere utilizzati all’aperto, mentre le donne preferiscono cucinare in spazi chiusi e protetti. Da qui è nata l’iniziativa di mettere a punto e produrre delle cucine ameliorées – “migliorate”, eco-cucine che consumino poca legna e che consentano alle donne di cucinare all’interno delle loro case. Si tratta di piccole stufe costruite con materiali reperibili in loco come lamiera e ghiaia. Sono trasportabili, semplici da costruire, da manutenere e da riparare, e in grado di mantenere il calore per lungo tempo.

Beneficiarie dirette dell’intervento sono 250 donne di 20 villaggi del Guéra, cristiane e musulmane, che potranno dedicare il tempo sottratto alla ricerca di legna per dedicarsi ad altre importanti attività come lo studio o l’educazione dei bambini, o per svolgere attività generatrici di reddito (orticoltura, cucito, ecc.). I beneficiari indiretti sono non solo i membri delle 250 famiglie interessate (circa 2.000 persone) ma anche la popolazione locale della regione del Guéra, che beneficerà del miglioramento ambientale risultante dalla riduzione dello sradicamento di cespugli e arbusti (popolazione stimata in circa 10.000 persone). Il progetto, il cui obiettivo generale è quello di contribuire a ridurre il processo di desertificazione introducendo nuove tecnologie sostenibili e riducendo l’uso della legna, non ha come unico obiettivo specifico la produzione, distribuzione e utilizzo di cucine più funzionali. L’iniziativa mira anche ad offrire agli studenti di Mongo e dei villaggi interessati un’educazione allo sviluppo mediante attività di comunicazione, sensibilizzazione ed educazione alla tutela dell’ambiente. Inoltre, la formazione di due tecnici locali, la produzione locale delle cucine, la diffusione di nuove tecniche e la manutenzione di nuovi prodotti, contribuiscono a creare nuove opportunità di lavoro per la popolazione locale. Parallelamente, il progetto prevede attività di sensibilizzazione ed educazione allo sviluppo rivolte agli studenti delle scuole italiane.

Sostenibilità del progetto

La formazione tecnica impartita dal gesuita Pietro Rusconi garantisce la continuazione della produzione di cucine adattate alle esigenze locali. La sensibilizzazione e la formazione incoraggiano la popolazione ad acquistare e utilizzare le cucine, a beneficio dell’ambiente. Il progetto mira inoltre a incoraggiare la creazione di moltiplicatori ambientali e di “buone pratiche”, per servire da modello per gli altri paesi in cui la Compagnia di Gesù opera con la priorità di salvaguardare il Creato. Le cucine che continueranno ad essere prodotte e vendute contribuiranno, in parte, all’autofinanziamento della continuazione del progetto stesso.

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