Emergenza siccità, c’è bisogno del tuo aiuto

In Kenya è emergenza siccità. Negli ultimi mesi, le precipitazioni si sono drasticamente ridotte, facendo scattare l’allarme in 23 delle 27 contee. Si stima che 2,7 milioni di persone, e ancora di più il bestiame, sono interessati dalla crisi.
In Kenya, la siccità si verifica periodicamente. Ma, per effetto del veloce cambiamento climatico, negli ultimi anni si è ripresentata più frequentemente e in modo sempre più grave. Ciò impone un alto costo economico in termini di operazioni di soccorso, perdita di reddito delle famiglie, aumento dei prezzi dei generi alimentari, mortalità del bestiame e, in gravi siccità, anche di vite umane. Il Post Disaster Needs Assessment, condotto dalla Banca Mondiale dopo l’ultima grande siccità in Kenya nel 2011, ha stimato i costi aggiuntivi in circa 21,1 miliardi di dollari.
La settimana scorsa, di fronte alla siccità, il presidente Uhuru Kenyatta ha proclamato «il disastro nazionale». La dichiarazione dovrebbe permettere al governo di intensificare gli interventi di emergenza. Ma l’esecutivo di Nairobi non si è fatto prendere alla sprovvista. Fin dall’autunno scorso ha varato un programma di interventi per ridurre l’impatto della mancanza di acqua nelle comunità. Lo sforzo è stato ben coordinato e si è concentrato sulla fornitura idrica sia per uso umano sia per il bestiame. La siccità ha infatti colpito soprattutto gli animali privando le le comunità dei loro alimenti base: il latte e la carne.
«Anche se il governo del Kenya, la Croce Rossa e le organizzazioni della cooperazione – scrivono in una lettera aperta i vescovi keniani – hanno messo in campo numerosi interventi, c’è molto ancora da fare perché il numero delle famiglie colpite è enorme. La carestia rischia di diventare un disastro umanitario. […] Per questo motivo, incoraggiamo tutti i partner a continuare a lavorare per dare risposte efficaci alla crisi e sollecitiamo il settore privato per garantire maggiori risorse. […] Ci appelliamo a tutti i cristiani e alle persone di buona volontà a unire con la Chiesa, contribuendo a salvare la vita delle persone colpite».
Il MAGIS, che da anni è presente in Kenya con progetti di formazione in campo agricolo e alimentare, ha fatto suo questo appello e ha deciso di sostenere i programmi di soccorso per aiutare le vittime della siccità nelle contee più povere messi in atto dall’Opera sociale della Provincia dei gesuiti del Kenya.
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