Il MAGIS, grazie al contributo di Caritas Italiana, ha avviato un micro-progetto di empowerment e auto sviluppo rivolto a 50 giovani donne Adivasi per dar vita ad attività di allevamento di maialini. Il progetto permette di promuovere piccole attività generatrici di reddito per le donne Adivasi, attività che garantiranno loro una certa autonomia finanziaria e supporto al reddito familiare, riducendo i rischi di cadere nelle reti dello sfruttamento, rafforzando e stimolando una maggiore collaborazione e solidarietà tra le donne stesse.

La particolare attitudine all’allevamento dei maiali delle popolazioni Adivasi, in linea con la tradizione tribale, ha fatto nascere l’idea di un intervento di “Pig Farming” rivolto alle donne dei Gruppi di Mutuo Aiuto. Il progetto prevede una prima formazione sull’allevamento di maiali rivolta alle donne tribali; successivamente ad ogni donna vengono donati due maialini da latte come capitale iniziale per avviare l’allevamento. Dalla prima cucciolata dell’allevamento di maialini, due verranno ridati all’associazione, come rimborso per l’investimento iniziale, che sua volta li consegnerà ad altre 50 donne appartenenti ad un altro Gruppo di Mutuo Aiuto. Questo sistema permetterà così di avviare una catena solidale e sostenibile di collaborazione tra le varie donne.

L’allevamento maiali o altri animali per uso domestico o per la vendita al mercato locale è una delle attività principali delle popolazioni tribali, soprattutto per le donne, poiché si tratta di un’attività che può essere svolta nei pressi del villaggio senza allontanarsi dalla famiglia.

Dove

Lohardaga, Jharkhand, India

Periodo

Destinatari

50 donne Adivasi

Contributo

Caritas Italiana 

Contesto

Lohardaga è un piccolo distretto dello Stato del Jharkhand, abitato in maggioranza da Adivasi, popolazioni tribali che vivono principalmente di agricoltura e dei prodotti della foresta, ma anche di una migrazione stagionale nei periodi in cui le riserve di cibo scarseggiano e spostarsi alla ricerca di un qualsiasi tipo di lavoro a giornata rimane l’unica soluzione per la sopravvivenza. Molte ragazze lasciano la scuola per andare a lavorare come domestiche nelle case altrui o per fare manovalanza nelle fornaci di mattoni o nelle costruzioni, dove ricevono uno stipendio di circa 3 Euro al giorno. Queste giovani donne, discriminate ed emarginate, spesso vittime di violenza e deprivazione socio-economica, sono vulnerabili e rischiano di cadere nei circuiti del traffico di esseri umani o dello sfruttamento.


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