Per far sì che le priorità inevitabilmente definite dalla situazione di emergenza in Siria non impedissero alla Comunità monastica di perseguire i fini istituzionali, centrati sul dialogo interreligioso e in particolare fra Cristianesimo e Islam, il Magis ha continuato a supportare negli anni questi ambiti di intervento:

Formazione dei monaci
La promozione del dialogo interreligioso non può prescindere da una approfondita e seria preparazione spirituale e culturale. La missione dei monaci e delle monache, così come individuata dal suo fondatore padre Paolo, richiede infatti una Comunità monastica “colta”. Sono state pertanto sostenute borse di studio per coprire le spese di studio e sostentamento dei religiosi della comunità.

Viaggi, incontri e missioni
Gli eventi bellici in Siria hanno reso più difficile l’organizzazione di momenti di incontro e di dialogo fra i religiosi della Comunità nelle tre sedi in Siria, Iraq ed Italia e più costosi i viaggi dei religiosi e dei collaboratori. Il supporto economico dei viaggi dei monaci e dei laici collaboratori rende possibile le visite e gli scambi, la condivisione di progetti e rafforzando le relazioni.
La Comunità monastica continua inoltre ad aiutare, per gli aspetti logistici ed organizzativi, i bambini siriani presi in cura presso l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, sostenendo le spese di viaggio dei bambini e dei loro accompagnatori.

Aiuto alla popolazione e iniziative scolastiche
La popolazione di Nebek e i profughi di Qaryatayn, dipendono in gran parte dalla Comunità per spese mediche e aiuti economici (per le famiglie più povere). La maggior parte delle famiglie è musulmana e questa vicinanza, questa amicizia, questo impegno costante nell’aiuto costituiscono il “dialogo” concreto islamo-cristiano, e il fondamento per la convivenza in pace dei cristiani in quella regione.
In particolare, la Comunità Monastica è fortemente impegnata nella gestione di un asilo a Nebek,  che accoglie 120 bambini, soprattutto musulmani, un luogo di incontro e convivenza importante per tutta la popolazione, proprio per la finalità di pacificazione futura. Il progetto sostiene gli stipendi degli insegnanti e del personale ausiliario, contribuendo anche, in tal modo, al sostentamento economico di alcune famiglie.

Gestione dei monasteri
Gli eventi bellici di questi anni hanno interrotto i progetti di auto-sostentamento del Monastero di Mar Musa (il caseificio, l’accoglienza di ospiti e turisti stranieri) e sono così venute a mancare le fonti di finanziamento per la gestione del monastero stesso. Il progetto prevede quindi la copertura delle spese di elettricità, acqua, gasolio (soprattutto per il funzionamento dei pozzi) e benzina per automezzi del Monastero di Mar Musa e dell’asilo di Nebek. Quando necessario, parte della fornitura di gasolio viene devoluto alle famiglie più bisognose che non sono in grado di acquistarlo direttamente. Inoltre, alcune attività amministrative e di manutenzione del Monastero di Mar Musa sono affidate a collaboratori laici locali. È questo, fra l’altro, un modo per contribuire al sostentamento di alcune famiglie, garantendo loro uno stipendio.

Dove

Mar Musa, Siria

Periodo

Destinatari

La Comunità monastica di Deir Mar Musa

Contributo

Donatori privati

Contesto

A partire dall'estate del 2011, dall'inizio del conflitto in Siria, padre Paolo Dall'Oglio, fondatore della Comunità Monastica di Deir Mar Musa, si è rivolto alla rete di amici e sostenitori per ottenere un aiuto concreto alla Comunità monastica per continuare nelle attività di promozione della cultura della convivenza, del dialogo e della riconciliazione. I drammatici eventi successivi, fra cui il rapimento 5 anni fa di padre Dall'Oglio, il rapimento di padre Jacques Mourad nel maggio del 2015 (conclusosi con la sua liberazione dopo 5 mesi di prigionia) e la distruzione del Monastero di Mar Elian da parte dell'ISIS nell'agosto dello stesso anno, hanno reso ancora più impellente il continuo sostegno alla Comunità monastica. In particolare il Monastero di Mar Elian, prima della distruzione, aveva accolto e protetto migliaia di profughi cristiani e musulmani, con punte di duemila persone nello stesso periodo. Senza padre Paolo, nonostante la guerra e la distruzione del Monastero di Mar Elian, la Comunità monastica ha continuato sulla strada indicata dal suo fondatore, è rimasta in Siria mettendosi al servizio della popolazione civile, e in particolare della comunità cristiana di Nebek (la città più vicina al Monastero di Mar Musa), promuovendo con azioni concrete la cultura della convivenza e della riconciliazione. Grandi sforzi sono stati indirizzati ad affrontare l'emergenza dei profughi di Al-Qaryatayn, cittadina, quasi completamente distrutta, in prossimità del monastero di Mar Elian. Quindi, anche in situazione di grande emergenza, la Comunità monastica non ha mai interrotto i progetti di formazione, di dialogo e di assistenza destinati principalmente ai giovani e ai profughi interni.


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