Per far fronte all’Aids, il Centro Esperance Loyola (CEL) di Lomé (Togo) opera su più piani: la prevenzione delle infezioni da Hiv per giovani, donne e famiglie; la cura e l’accompagnamento spirituale, psicosociale e nutrizionale per persone affette dal virus e per le loro famiglie (incluso il supporto medico alle persone affette che sono disoccupate, senza risorse e sostegno per l’educazione dei figli); la formazione e il rafforzamento delle capacità dei familiari degli malati; l’advocacy per i diritti delle persone sieropositive, la ricerca e la sensibilizzazione sui problemi etici e pastorali legate alla pandemia. Fin dagli inizi dell’attività, il CEL si è posto anche il problema del sostegno economico delle persone affette da Hiv. I malati, oltre a essere socialmente marginalizzati, vengono, infatti, anche esclusi dalle attività economiche. Così spesso si trovano senza un reddito e con costi elevati per le cure. Il centro ha dato vita ad alcune attività produttrici di reddito come la preparazione di sapone liquido e di candeggina, la raccolta e la vendita di indumenti, ecc. Sono piccole iniziative commerciali che ci aiutano perché ci rendono economicamente indipendenti».

In concreto, il Magis aiuterà una sessantina di persone sieropositive a ottenere un credito per due anni e sosterrà la loro formazione. Grazie a questi fondi, 60 donne potranno dare vita a microimprese generatrici di reddito compatibili con la loro condizione medico-sanitaria di sieropositivi. Queste piccole aziende si occuperanno della fabbricazione di sapone liquido e candeggina, della produzione di gallette alimentari, della compravendita di vestiti, calzature e gioielli usati, dell’acquisto e vendita di integratori alimentari. Dopo una prima fase di avvio e di formazione dei beneficiari, le microimprese saranno in grado di autofinanziarsi e di restituire il credito ricevuto. Questo credito servirà poi a finanziare altri progetti.
Da settembre 2017, il progetto è stato rifinanziato per altri due anni

Dove

Lomé, Togo

Periodo

Destinatari

Il progetto si rivolge a una sessantina di persone malate di Aids che possono così essere assistiti dal punto di vista medico e possono reinserirsi nella vita sociale ed economica attraverso microprogetti.

Contributo

Contesto

Il Centro Esperance Loyola è nato nel 2004 da un incontro tra padre Jean Roger Ndombi, allora responsabile della Provincia gesuitica dell’Africa occidentale; padre Michael Czerny, allora responsabile di Ajan (la rete dei gesuiti contro l’Aids); e padre Agide Galli, allora superiore della comunità dei gesuiti di Lomé. Siamo agli inizi degli anni Duemila quando la pandemia di Aids si sta diffondendo con maggiore forza. Padre Agide Galli, dopo aver creato un centro per studenti a Lomé, si rende conto che il problema dell’Aids è sempre più grave anche nel piccolo Paese dell’Africa occidentale. Il gesuita italiano, però, non vuole creare un nuovo centro sanitario tradizionale, ma una struttura che, intercettando i giovani, possa renderli consapevoli dei rischi e che offra un sostegno a chi, avendo contratto il virus, sia in difficoltà. Nasce così il Centro Espérance Loyola. Nel suo progetto padre Galli chiede e trova il supporto di Ajan, un network creato dalla Compagnia di Gesù, per lavorare sul fronte dell’assistenza, ma anche della prevenzione del virus.


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